(Alliance News) - Il mercato italiano dell'auto non è ancora uscito dalla crisi pandemica.
Come sottolinea il Corriere della Sera venerdì, il 2024 ha chiuso con poco più di 1,5 milioni di vendite, stabile rispetto al 2023 ma inferiore del 19% rispetto al 2019: mancano quasi 360.000 immatricolazioni.
Le cause? Prezzi elevati, calo del potere d'acquisto, transizione all'elettrico - solo il 4,2% del mercato - e scarso interesse dei giovani.
Stellantis NV soffre più degli altri: nel 2024, le immatricolazioni sono calate del 10% a 454.000 unità, con una quota di mercato scesa dal 32 al 29%. Fiat, in particolare, ha perso il 41%, superata da Dacia e Renault.
Al contrario, avanzano i gruppi asiatici: Toyota sale del 25% e Kia e MG del 32% ciascuna. MG, guidata dalla cinese SAIC, è capofila dell'espansione cinese, con BYD che, pur partendo da quote minime, mostra segnali di crescita rapida.
A livello globale, BYD si avvicina a Tesla nel mercato elettrico: 1,76 milioni di unità contro 1,79 milioni. Tesla, però, ha visto per la prima volta dal 2011 un calo delle consegne - dell'1,1% - e il titolo ha perso oltre l'8% in Borsa. Nonostante ciò, la casa texana, grazie alla sua immagine tecnologica, domina i mercati finanziari con una valutazione di quasi EUR1.200 miliardi, ben superiore a tutte le case europee sommate e pari a 32 volte Stellantis.
Gli investitori vedono Tesla come un leader in innovazioni come veicoli autonomi e robotaxi, spinti anche dalla promessa di deregolamentazione di Donald Trump. Dopo la rielezione del magnate repubblicano, le azioni di Tesla sono cresciute del 40%, grazie soprattutto ai piccoli trader, mobilitati dall'enorme seguito social di Musk. Chi avesse investito USD1.000 in Tesla nel 2010 oggi avrebbe oltre USD250.000 contro i soli USD22 di guadagno di un investimento analogo in General Motors.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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