(Alliance News) - Nonostante l'impegno sul mantenimento della produzione in Italia e piani al 2032, i sindacati dei metalmeccanici si aspettavano però qualcosa di più dal summit a Torino con il capo EMEA di Stellantis NV, Jean-Philippe Imparato.
Come scrive il Corriere della Sera venerdì, il confronto prelude al tavolo automotive di martedì a Roma con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, a cui il gruppo automobilistico ha confermato la sua presenza dopo l'addio del CEO, Carlos Tavares, domenica 1 dicembre.
"La mia ossessione è di mantenere l'attività in Italia", ha detto il top manager, aprendo conciliante: "Sono state due ore di discussione, di confronto, ma anche di proposte e di idee per fare di questo Paese, l'Italia, il punto centrale della strategia di Stellantis".
A cominciare da Mirafiori, dove il calo dei volumi produttivi ha costretto a ritardare la riapertura al 20 gennaio: "Non si estinguerà, abbiamo un piano per il futuro dello stabilimento che ci permette di guardare al 2032-2033. Il dato nuovo è che la nuova generazione di 500 sarà fatta a Mirafiori. Quindi, se portiamo qui nuove vetture, non può andare verso l'estinzione".
La 500 ibrida infatti partirà a novembre 2025 per portare la fabbrica torinese "al livello giusto di attività a partire dal 2026".
Intanto, il Corriere sottolinea che Melfi oggi si fermerà ancora mentre ad Atessa arriverà nuova cassa integrazione: dal 7 al 19 gennaio 2025 per 1.500 dipendenti.
"Non è che Stellantis è in crisi. È il settore che è in crisi, si deve sapere e si deve affrontare", ha puntualizzato Imparato.
"Non ci aspettavamo che fosse presentato un piano industriale o che fossero risolti tutti i problemi ma non è con le dichiarazioni che si trovano soluzioni", ha commentato Michele De Palma, leader FIOM.
"Ci hanno fatto comprendere che c'è un'impostazione diversa alla precedente gestione aziendale, una maggiore attenzione verso i rapporti con i sindacati. Abbiamo bisogno di piani seri, quelli del passato non erano sufficienti", ha fatto eco il segretario FIM CISL, Ferdinando Uliano.
"Il nostro giudizio sull'incontro non è cambiato rispetto alle ragioni della mobilitazione che abbiamo messo in campo: resta negativo perché non c'è stato nulla rispetto alle nostre critiche", così Rocco Palombella, segretario UILM.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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