(Alliance News) - La parabola di Stellantis, un tempo lodata per il successo della fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot, è un segnale delle sfide che l'industria automobilistica globale deve affrontare, scrive lunedì il Corriere della Sera nel supplemento L'Economia.

Dopo un massimo storico in Borsa nel 2023, con EUR80,00 miliardi di capitalizzazione e un buyback da EUR3,00 miliardi, la società ha perso valore, scendendo sotto i EUR35,00 miliardi a Piazza Affari, complici la stagnazione del mercato europeo, le difficoltà negli USA e il rallentamento delle vendite di auto elettriche. Le dimissioni dell'amministratore delegato Carlos Tavares hanno accentuato l'incertezza.

Le case automobilistiche europee, come Volkswagen, Bmw e Mercedes, sono particolarmente vulnerabili alla contrazione del mercato cinese, da cui derivano oltre il 30% delle vendite. Per Stellantis, che ha solo l'1,0% delle sue consegne in Cina, il contraccolpo è inferiore, ma l'industria resta sotto pressione a causa delle politiche protezionistiche sia di Pechino che del possibile ritorno di Donald Trump, che potrebbe imporre dazi del 25% sulle importazioni da Messico e Canada.

In Europa, la stagnazione economica e il calo delle immatricolazioni, soprattutto di auto elettriche, scese sotto il 15% del mercato, mettono a rischio i piani di elettrificazione e potrebbero portare a multe per mancati obiettivi di emissione entro il 2025. Tuttavia, produttori come Renault e Hyundai stanno beneficiando della loro leadership tecnologica nell'elettrico.

L'industria globale si trova di fronte a sfide senza precedenti, tra transizione ecologica, politiche protezionistiche e cambiamenti nei consumi, ma la strada verso l'elettrico appare ormai tracciata, come dimostrano i successi di Tesla, valutata più di tutte le case automobilistiche europee messe insieme.

Di Antonio Di Giorgio, Alliance News reporter

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