ROMA (MF-DJ)--Stellantis guarda all'India per portare l'elettrico sul mercato di massa. Ieri il ceo, Carlos Tavares, era in visita nel subcontinente, dove il gruppo nato dalla fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot ha investito oltre un miliardo negli ultimi sei anni. Non è un mistero, scrive MF-Milano Finanza, che il costruttore consideri il mercato indiano fra i più promettenti per quanto riguarda le vendite. La novità, però, è che Stellantis ritiene l'India anche un potenziale polo produttivo di auto elettriche a basso costo da esportare in tutto il mondo.

"Finora, l'Europa non è stata in grado di produrre veicoli elettrici a prezzi accessibili", ha rimarcato Tavares, ribadendo l'insoddisfazione per le politiche di accompagnamento alla transizione sostenibile approvate da Bruxelles e dai Paesi membri della Ue. "La grande opportunità per l'India sarebbe quella di vendere auto compatte elettriche a un prezzo accessibile", ha aggiunto il manager portoghese nel corso di un evento nella città di Chennai, nell'India meridionale. "Questo è ciò a cui stiamo lavorando, ma non è ancora deciso. Questo è ciò che stiamo cercando di fare".

Nel piano al 2030 Stellantis ha previsto investimenti per 30 miliardi sull'elettrico. I piani sono già stati avviati con la riconversione delle fabbriche e la costruzione di gigafactory in Europa e Stati Uniti. Di recente, poi, la casa ha annunciato il lancio negli Stati Uniti a partire dal 2024 della 500 elettrica, prodotta nello stabilimento di Mirafiori. Il prezzo delle vetture a batteria resta tuttavia elevato. Secondo una recente analisi di Alixpartners, il costo delle materie prime in un'auto elettrica ammonta a 5076 dollari, il 74% in più rispetto al 2020 e quasi il triplo rispetto a una vettura con motore diesel o benzina. A ciò si aggiunge l'aumento del prezzo dell'energia che ha comportato un incremento dei costi di produzione di una vettura con motore (a combustione o elettrica) di circa 500 euro per unità. In queste condizioni, ha più volte sottolineato Tavares, la classe media non potrà permettersi di comprare auto elettriche e, quindi, le fabbriche europee continueranno a lavorare su volumi ben al di sotto della loro capacità produttiva. Benché Stellantis abbia abbassato al 40% di utilizzazione il punto di pareggio fra costi e ricavi degli impianti, alla lunga la situazione potrebbe diventare economicamente insostenibile.

Il manager ha perciò chiesto alle autorità europee di sostenere la domanda con incentivi, di garantire stabilità normativa e di proteggere le case di auto domestiche dalla concorrenza sleale dei marchi cinesi, ampiamente sussidiati in patria dal governo di Pechino. Altrimenti, è il sottinteso, l'Europa rischia la deindustrializzazione a beneficio non solo della Cina e dell'India, ma anche degli Stati Uniti, che di recente hanno approvato un piano di sostegno dell'auto made in Usa dai connotati molto protezionistici.

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2408:47 nov 2022


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