MILANO (MF-DJ)--Guida autonoma sì, guida autonoma no. Il settore dell'auto sta ritardando gli investimenti e i progetti in questo ambito. Gli analisti sostengono che per il comparto al momento questa non è una priorità. Ma se il nuovo ceo di Volkswagen, Oliver Blume, potrebbe riporre in soffitta i progetti annunciati dal suo predecessore Stellantis ha realizzato investimento in questa direzione con l'acquisizione della start-up ungherese aiMotive. Due i focus della realtà: l'intelligenza artificiale avanzata e appunto la guida autonoma.

Non si tratta del primo passo di Stellantis in questa direzione che ha giá lanciato soluzioni per la guida autonoma di Livello 2 e continua a lavorare su funzionalitá sempre piú progressive. Il gruppo ha anche testato il potenziale dell'autonomia di Livello 3 guidando per quasi un milione di chilometri su strade pubbliche. Nel contesto del progetto europeo L3Pilot, sono stati effettuati test di performance in diversi scenari operativi e test con utenti (dimostrazione di guida in modalitá autonoma con un viaggio da Parigi ad Amburgo).

E non si tratta nemmeno della prima alleanza nel settore. Stellantis sta lavorando a soluzioni di Livello 3 e Livello 4 con i partner tecnologici Bmw e Waymo. La collaborazione con Waymo, iniziata nel 2016, comprende lo sviluppo di un minivan Chrysler Pacifica Hybrid di Livello 4 per il primo fornitore al mondo di servizi commerciali di taxi a guida autonoma con sede a Phoenix (Arizona). Waymo sta inoltre lavorando in esclusiva con Stellantis come partner privilegiato allo sviluppo e al collaudo di veicoli commerciali leggeri a guida autonoma di Livello 4.

Insomma, i team software di Stellantis stanno giá sviluppando le tre nuove piattaforme tecnologiche (STLA Brain, STLA SmartCockpit, STLA AutoDrive), che a partire dal 2024 saranno implementate in scala nelle quattro nuove piattaforme dei veicoli (STLA Small, STLA Medium, STLA Large, STLA Frame). Si prevede che la strategia software, come annunciato durante il Software Day di Stellantis nel dicembre 2021, generi circa 20 miliardi di euro di ricavi annui incrementali entro la fine del decennio, nell'ambito dell'audace piano strategico Dare Forward 2030, supportato da un investimento di 30 miliardi di euro nell`elettrificazione e nel software.

Il gruppo guidato da Carlos Tavares, come evidente, si sta preparando ma una data vera di debutto nei livelli piú avanzati ancora non c'è. Va infatti considerato che il settore della guida autonoma sta attraversando una fase di transizione. E il passaggio dalle soluzioni di guida assistita alla guida autonoma vera e propria, anche senza conducente, potrebbe essere piú lungo del previsto. Di recente, sono arrivate sul mercato le prime soluzioni di livello 3 ma per la diffusione di soluzioni piú avanzate, secondo gli esperti di AlixPartners e secondo alcune elaborazioni di Start Up Auto, potrebbe essere necessario attendere.

Che il mercato sia in una fase per così dire esplorativa lo dimostra anche il fatto che le startup che hanno scommesso sulla guida autonoma sono in difficoltá. Negli ultimi due anni, infatti, secondo un report di Crunchbase, hanno visto crollare di 40 miliardi di dollari il loro valore di mercato. In termini percentuali, il calo delle startup monitorate dagli analisti è pari all'81% con un vero e proprio crollo da oltre 51 miliardi di dollari di capitalizzazione ad appena 9,16 miliardi di dollari. Alcune startup hanno registrato perdite enormi con percentuali del 97% o addirittura del 99%. E gli investitori non sembrano piú essere così disponibili ad attendere lunghi tempi di sviluppo.

Sviluppare nuove soluzioni di guida autonoma ha un costo notevole.

Servono investimenti e pazienza di attendere i primi frutti del lavoro di sviluppo. I grandi costruttori del settore automotive hanno la possibilitá di investire e non hanno fretta di ottenere risultati subito, come dimostra la lunga marcia di Stellantis verso la guida autonoma.

Inoltre possono stare alla finestra cercando le soluzioni piú innovative proposte sul mercato dalle start up piú promettenti. Si lavoro allo sviluppo e parallelamente si fa un'operazione di scouting, ma le prioritá al momento sono altre e sono dettate principalmente dall'agenda Ue della transizione green.

E infatti Blume potrebbe annullare la costruzione di una nuova fabbrica pensata appositamente allo scopo che sarebbe dovuta sorgere vicino al quartier generale di VW. Lo riporta il Wall Street Journal citando fonti che hanno familiarità con la questione. In un messaggio di giovedì Blume e il ceo del marchio VW Thomas Schafer hanno scritto ai dipendenti: "Stiamo sfruttando questa opportunitá per rivedere tutti i progetti e gli investimenti e determinare se sono fattibili".

"Non abbiamo il know-how per mettere in strada un'auto nel 2026 dello stesso livello di una Tesla", ha detto una delle persone che hanno familiaritá con gli sviluppi. Blume, che è anche l'amministratore delegato del produttore di auto sportive della VW Porsche AG, sta ponendo maggiore enfasi sull'indipendenza dei marchi della VW. Attingendo dall'esperienza della recente quotazione pubblica di Porsche, il signor Blume ha chiesto a ciascun marchio di preparare quella che chiama una "Ipo virtuale", il che significa che passeranno attraverso i preparativi per una quotazione come esercizio per aumentare la loro attenzione alla redditivitá e alla trasparenza ai mercati dei capitali. Gli analisti affermano che l'esercizio illustra l'attenzione di Blume all'aumento della redditività a breve termine anzichè all'investimento in costosi progetti a lungo termine che potrebbero non avere mai successo.

claudia.cervini@mfdowjones.it

cce

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1718:06 nov 2022


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