MILANO (MF-DJ)--La produzione complessiva degli stabilimenti italiani di Stellantis è scesa del 13% nel primo semestre rispetto allo stesso riferimento del 2021. E a causa dei fermi produttivi dovuti nei siti italiani del gruppo Stellantis quest'anno si perderanno circa 200.000/220.000 vetture rispetto alle potenzialitá produttive generate dagli ordini acquisiti. E' quanto emerge dal report sulla produzione di auto e veicoli commerciali del gruppo Stellantis in Italia.

Il dato relativo alla produzione del primo semestre rappresenta la

sintesi tra i numeri degli impianti in espansione di produzione (il polo

torinese +39%, Cassino +14,6%, Pomigliano +9,7% soprattutto Maserati

Modena +48,8%) e quelli in frenata (Melfi -17%, Sevel -37%). In totale le

fabbriche Stellantis hanno prodotto 351.980 unitá contro le 407.666 del

primo semestre 2021. Se la parte auto ha tenuto botta (+2,1%), la

produzione di veicoli commerciali è stata davvero deficitaria (-37%).

In particolare Maserati Modena ha prodotto 610 unitá nel periodo grazie

all'ottimo andamento della MC20 che entro fine anno sará costruita in

oltre 1.000 esemplari: la capacitá produttiva dell'impianto è satura.

Bene anche Cassino che però è ancora lontano dai livelli del 2019 e

soprattutto del 2017 quando la produzione era di 2,7 volte superiore. Si

tratta di un impianto all'avanguardia, indispensabile per produrre un

modello premium come la Maserati Grecale, "migliore degli impianti

tedeschi", come ha sottolineato lo stesso ceo del gruppo, Carlos Tavares.

A frenare la produzione è stata soprattutto la carenza di semiconduttori.

Pomigliano in crescita, ma ancora lontano di oltre il 50% dai livelli

pre-Covid, può contare ora sul lancio dall'Alfa Romeo Tonale ma ha

scontato la frenata, anche in questo caso causa chip, della Panda.

Sul fronte auto, l'unica fabbrica ancora sotto del 17% rispetto allo

scorso anno è Melfi, dove si producno 500X e le Jeep Compass e Renegade.

Lo shortage dei chip ha determinato un tonfo piú ampio sugli

stabilimenti piú produttivi e Melfi, da dove usciva quasi il 50% delle

vetture Fca, non ha fatto eccezione. Il calo dei turni di lavoro ha

determinato un contraccolpo occupazionale su circa 1.500 addetti e il

ricorso agli ammortizzatori sociali.

Ancora piú pesante la situazione dell'impianto Sevel di Atessa che è

addirittura sotto i livelli produttivi del 2020, in pieno lockdown.

A causa dei fermi produttivi causati dalla carenza di semiconduttori,

nei siti italiani del gruppo Stellantis quest'anno si perderanno circa

200.000/220.000 vetture rispetto alle potenzialitá produttive generate

dagli ordini acquisiti.

Dall'andamento dei primi 6 mesi, il 2022 si sta prefigurando come il

quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis in

Italia. Se nel quadriennio 2017-2021 si era perso il 35% della produzione

complessiva da 1.035.454 a 673.475, il 45% nelle sole autovetture (da

743.454 a 408.526), con la tendenza di ulteriore riduzione generata nel

primo semestre 2022 si rischia di scendere, su base annua, sotto le

650.000 unitá (-37% rispetto 2017) tra auto e commerciali, con una

produzione auto appena sopra le 400.000 (circa -40% rispetto 2017).

"Ci sarebbe una situazione completamente opposta se non ci fossero stati gli stop produttivi per i semiconduttori", ha affermato Uliano.

A settembre è necessario un nuovo incontro con Stellantis. "Riteniamo indispensabile che giá a settembre sia necessario uno specifico incontro sulla fase di attuazione del piano anche con un passaggio specifico in sede ministeriale per affrontare tutti gli aspetti necessari per garantire sviluppo e prospettive in ogni contesto lavorativo, per i quali non abbiamo avuto ancora avuto risposte positive o per le quali rimangono delle incertezze, con l'obiettivo di ottenere una prospettiva industriale e occupazionale per ogni realtá. Per noi la dichiarazione fatta di Tavares che 'non si chiudono stabilimenti, ma si trasformano tecnologicamente' è un impegno fondamentale che riguarda tutte le realtá italiane del gruppo Stellantis e la nostra azione sará orientata in questa direzione", prosegue il leader sindacale.

La recente conferma in Europa dello stop nel 2035 delle motorizzazioni

endotermiche "pone al centro del confronto le scelte industriali per la

transizione di Stellantis per gli stabilimenti collegati alle

motorizzazioni e piú esposti alla transizione verso l'elettrico a partire

dallo stabilimento di Cento, dove c`è la situazione attualmente piú

critica: nel 2023 terminerá la produzione del motore diesel V6 che

rappresenta l'87% dei volumi attuali. Stiamo sollecitando un incontro

specifico con l`obiettivo di trovare delle soluzioni positive per lo

stabilimento centese. Il confronto dovrá poi seguire per le altre realtá

coinvolte nel piano di decarbonizzazione europeo: le meccaniche di

Mirafiori, Verrone e Pratola Serra".

cce

MF-DJ NEWS

0418:00 lug 2022


(END) Dow Jones Newswires

July 04, 2022 12:00 ET (16:00 GMT)