Le vendite sono in crescita su tutti i continenti, ma il proprietario dei marchi Omega e Longines realizza ancora più di un terzo del suo fatturato in Cina, e più della metà in Asia. Questa concentrazione è un vantaggio piuttosto che un handicap, a differenza di altri gruppi le cui attività sono molto più rischiose perché più soggette a incertezze geopolitiche.

Il recente rinnovamento cambierà il punto di vista degli investitori? Sulla Borsa svizzera, dove tutto ha un prezzo molto alto, Swatch rappresenta un'eccezione: il gruppo è attualmente valutato a x14 gli utili, ben al di sotto della sua media decennale di x18 gli utili.

È vero che la casa orologiera non gode della miglior posizione del settore. Il segmento del lusso è in crescita esponenziale da dieci anni - e di un ulteriore 28% quest'anno secondo Watches of Switzerland - ma Swatch, che non è né Patek né Rolex, ne cattura solo una quota marginale.

Nel segmento di fascia media, la concorrenza degli smartwatch diventa ogni anno più temibile. Rimane il segmento entry-level, dove Swatch conserva un bel vantaggio. L'impressionante successo del MoonSwatch ne è la prova, con oltre un milione e mezzo di unità vendute fino ad oggi.

Nonostante i buoni risultati del primo semestre 2023, Swatch dovrebbe realizzare quest'anno un fatturato del tutto simile a quello di dieci anni fa. Un decennio segnato - oltre all'emergere degli smartwatch e all'onnipresenza degli smartphone - da una compressione dei margini causata dal costo della rete di negozi del gruppo, meno ammortizzata rispetto al passato.

Il gruppo ha infatti colto l'opportunità della pandemia per chiudere 260 punti vendita.