È quanto affermato da Sabine Weyand, direttrice generale della DG Commercio della Ue, in occasione dell'Investment Forum virtuale tra Taiwan e Ue, invitando le principali aziende dell'isola a investire nel blocco.

Taiwan, hub tecnologico che ospita aziende come Taiwan Semiconductor Manufacturing Co Ltd (Tsmc), si è posta in prima linea per risolvere la situazione di scarsa disponibilità di chip che ha interrotto alcune linee di produzione di auto in tutto il mondo e il cui impatto viene ora percepito anche dai consumatori di elettronica.

Se Tsmc sta costruendo uno stabilimento di produzione di chip in Arizona, non ha tuttavia mostrato segnali di interesse per la creazione di una fabbrica simile in Europa.

Weyand ha detto che l'impatto della carenza di chip sulle case automobilistiche ricorda quanto essenziali siano i semiconduttori.

"Con lo European Chips Act l'Europa intensificherà gli sforzi per aumentare la produzione, ma vogliamo anche cooperare con partner a noi affini, come Taiwan", ha affermato la funzionaria riferendosi alle norme proposte lo scorso mese dalla Commissione.

"Non solo perché Taiwan eccelle nella produzione di semiconduttori, ma anche perché la tecnologia è essenzialmente una questione di sicurezza. Vogliamo che l'agenda digitale della Ue sia plasmata insieme a partner a noi affini e secondo i nostri valori comuni".

Né la Ue né gli Stati membri hanno legami diplomatici formali con Taiwan, territorio a guida democratica di cui la Cina reclama la sovranità.

Il governo di Taiwan è favorevole a sottoscrivere un accordo di investimento bilaterale con la Ue, che ha aggiunto Taipei per la prima volta alla lista di partner commerciali per il deal in questione nel 2015, l'anno prima che il presidente Tsai Ing-wen salisse al potere, ma non ha tenuto colloqui con l'isola in merito da allora.

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Francesca Piscioneri, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)