ROMA (MF-DJ)--E alla fine l'offerta vincolante su Autostrade per l'Italia arriva in porto. Questo pomeriggio, scrive La Stampa, il cd di Cdp varerà la proposta "vincolante e non soggetta a condizioni di sindacazione o finanziamento" chiesta da Atlantia entro il termine ultimo di mercoledì 24. Per valutare la proposta, il cda della holding controllata dalla famiglia Benetton è convocato per venerdì 26. La cordata formata da Cdp e dai fondi Blackstone e Macquarie presenterà un'offerta per l'88,06% della concessionaria che valuta Aspi nella parte alta di una forchetta compresa tra 8,5 e 9,5 miliardi di euro.

Lo schema prevede una newco controllata al 51% da Cdp, con il 49% diviso equamente tra i due fondi. Particolare non trascurabile: questa valutazione è stata già tre volte respinta da Atlantia che la ritiene inadeguata. Secondo il fondo Tci, importante azionista internazionale del gruppo, il valore di Aspi oscillerebbe fra 11 e 12 miliardi. Una valutazione molto vicina al report di un operatore indipendente come Intermonte che propone un range fra 10,9 e 11,9 miliardi.

L'offerta della Cassa dovrebbe contenere comunque un elemento di novità sulle modalità di pagamento. La cordata Cdp pagherebbe cash una cifra intorno al 75% del prezzo, con il resto dilazionato in 3 anni. La proposta è condizionata al via libera del Piano economico e finanziario (Pef) che ancora non è stato trasmesso al Cipe.

Il Pef è fermo dal 19 novembre al ministero dei Trasporti, dove è appena avvenuto il passaggio da Paola De Micheli a Enrico Giovannini: serviranno fra i 4 e i 6 mesi per approvarlo formalmente, partendo dal passaggio al Cipe. Non solo: c'è il cosiddetto "Pilot" della Commissione europea, propedeutico all'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per la modifica unilaterale delle concessioni fatta con il Milleproroghe 2019 (ha modificato con l'articolo 35 il valore di indennizzo in caso di revoca, portandolo da 23 a 8 miliardi, e ha introdotto con l'articolo 13 il sistema tariffario dell'Art nelle concessioni già in essere). Prevedere tempi lunghi per chiudere la vicenda è quasi scontato.

Al board di Cdp, l'amministratore delegato Fabrizio Palermo ha deciso di portare anche altri due dossier. Il primo riguarda la prelazione sul 50% di Open Fiber; il secondo la lista per il rinnovo del cda Tim. Alla mezzanotte del 24 scade il termine per l'esercizio della prelazione sul 50% di Open Fiber detenuto da Enel che ha in mano un'offerta da 2,65 miliardi di Macquarie.

C'è un tavolo fra Cdp, Macquarie ed Enel che dovrebbe portare oggi il cda a decidere di non esercitare il diritto prioritario di acquisto. Cdp starebbe trattando per rilevare fino al 10%, salendo così oltre il 51% che garantirebbe la possibilità di controllare la governance, nominando presidente e ad, e di finalizzare la fusione fra Open Fiber e FiberCop per dar vita alla rete unica, con il fondo australiano che indicherebbe il cfo e avrebbe voce in capitolo sugli investimenti. Per Tim, invece, è in ballo il rinnovo del cda che verrà deciso dall'assemblea del 31 marzo. Il board uscente guidato da Luigi Gubitosi presenterà la sua lista il 23. Cdp, che ha il 9,8% ma non è presente nel vecchio consiglio, deve decidere che fare. La Cassa potrebbe votare la lista del cda o presentarne una propria.

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February 22, 2021 02:05 ET (07:05 GMT)