Penalizzata da un enorme carico di debito finanziario netto - per un totale di circa 25,5 miliardi di euro lo scorso settembre - TIM ha visto la rigida concorrenza dei prezzi erodere costantemente i guadagni nel suo mercato domestico chiave.

I piani in discussione sono incentrati sulla divisione delle attività di rete fissa e sottomarina all'ingrosso di TIM dalle sue operazioni di servizio, con la prima che assumerebbe una parte significativa del debito e del personale dell'azienda.

Le parti coinvolte non sono riuscite a raggiungere un terreno comune su questioni chiave in un primo ciclo di negoziati a dicembre, con le valutazioni degli asset, il debito e l'allocazione del personale che sono rimasti degli ostacoli.

Ecco cosa cercano le varie parti:

IL GOVERNO

Il Governo di destra del Primo Ministro Giorgia Meloni vuole assicurarsi il controllo della rete fissa di TIM e della sua unità di cavi sottomarini Sparkle, entrambe considerate strategiche, salvaguardando i 40.000 dipendenti di TIM in Italia.

Tuttavia, i vertici del governo hanno opinioni diverse su come raggiungere questo obiettivo.

L'amministrazione sta anche studiando un taglio dell'imposta sulle vendite dell'IVA per alcuni servizi di connettività, nonché altre misure per aiutare le aziende di telecomunicazioni a incrementare la redditività.

CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP)

La CDP, di proprietà del Tesoro, possiede già il 10% di Telecom Italia. Insieme a fondi internazionali, vuole promuovere un buyout del business della rete, che valuta intorno ai 17-18 miliardi di euro, debito incluso. CDP possiede anche una partecipazione del 60% nella rivale più piccola di TIM, Open Fiber, il che significa che potrebbe combinare le loro infrastrutture congiunte in una fase successiva.

VIVENDI

Dopo essersi opposto per anni all'idea che TIM cedesse il controllo del suo principale asset di rete, l'investitore principale Vivendi si è scaldato all'idea, ma sta cercando una valutazione di 31 miliardi di euro per sostenere una vendita a CDP.

La società francese di media ha speso circa 4 miliardi di euro per costruire la sua partecipazione del 24% dal 2015 e affronta una perdita teorica di circa 3 miliardi di euro all'attuale valore di mercato depresso di TIM.

Controllata dal miliardario Vincent Bollore, Vivendi ha anche proposto di dividere i servizi e le attività di rete fissa di TIM in due società quotate in borsa. Vivendi uscirebbe quindi dal business delle infrastrutture per concentrarsi sulle sue operazioni di servizio, che includono la piattaforma di pay-TV TimVision.

FONDI PER LE INFRASTRUTTURE

KKR e Macquarie, che detengono quote di minoranza nelle reti di TIM e Open Fiber rispettivamente, potrebbero essere coinvolti in un'offerta sponsorizzata dal Governo per la rete di TIM, così come Global Infrastructure Partners. Anche la società di investimento CVC ha espresso interesse per le attività di TIM lo scorso anno.