ROMA (MF-DJ)--Calano ricavi e addetti delle principali aziende che

operano nel settore delle comunicazioni elettroniche nel periodo

2017-2021. E' quanto si legge nel "Focus Bilanci 2017-2021" del'Agcom, che precisa che i ricavi sono in flessione del 10%, passando da 31,8 miliardi di euro nel 2017 ai 28,6 miliardi di euro nel 2021. Ampliando su base decennale (2012-2021) l'analisi dei ricavi, emerge come a inizio periodo gli introiti da rete mobile fossero stimabili nel 51,3% del totale, mentre nel 2021 questi scendono a poco piú del 44% a testimonianza, nel comparto mobile, della progressiva pressione competitiva, mentre la crescita della componente fissa è dovuta all'incremento dei servizi broadband e ultrabroadband.

Tra il 2017 ed il 2019 il margine lordo del settore tlc tende a

migliorare (passa dal 35,6% al 38,5% dei ricavi) con il valore di Tim che

nel 2017 risulta significativamente superiore a quello delle altre imprese (41,1% vs 31,1%); nel 2019 tale vantaggio si riduce, a seguito del netto miglioramento della marginalitá delle seconde (l'indice è pari al 36% nel 2019). Nei due successivi esercizi, 2020 e 2021, gli effetti della crisi pandemica e la pressione competitiva del settore fanno registrare una flessione del margine lordo complessivo di quasi dieci punti percentuali (27,1% nel 2021) e si riflettono in particolare su Tim, che nel 2021 registra un Ebitda pari al 21,3% dei ricavi, contro il 31,6%

ottenuto in media dalle altre imprese.

Il margine netto (Ebit) del comparto vede un andamento analogo a quanto

sopra descritto e, nel 2021, mostra per la prima volta dal 2012 un valore

complessivamente negativo (per 70 milioni, pari a -0,2% degli introiti

settore) con Tim che risulta in negativo per 400 milioni di euro (-3,2%

dei ricavi) e le altre imprese in positivo per 340 milioni di euro (+2,1%

dei ricavi).

Tra il 2012 e il 2021, continua l'Agcom, il settore delle comunicazioni

elettroniche, limitatamente alle imprese considerate, ha registrato

complessivamente, a fronte di circa 313 miliardi di euro di ricavi, un

margine netto aggregato valutabile in meno di 26 miliardi di euro (8,2%

degli introiti), mentre il risultato di esercizio aggregato è negativo

per circa 2 miliardi di euro. Tali dati sembrano testimoniare sia gli

effetti della pressione competitiva sui prezzi, sia la natura fortemente

"capital intensive" del settore, con flussi di investimenti

(infrastrutture fisiche e asset immateriali) che nel periodo 2012-2021

sono stati pari a circa 73 miliardi di euro (quelli effettuati tra il 2017 ed il 2021 sono stati di poco inferiori ai 42 miliardi, e mediamente hanno assorbito la quasi totalitá dei flussi di cassa generati dall'attivitá operativa).

L'Agcom sottolinea inoltre che a fine 2021 gli addetti diretti nel

settore delle comunicazioni elettroniche sono circa 59.200, con una

riduzione complessiva nell'ultimo anno di poco meno di 1.400 unitá

lavorative. Il trend di riduzione degli addetti è in atto da tempo (nel

2017 gli organici del comparto risultavano, in termini omogenei,

circa 66.400), ed è conseguente ai processi di riorganizzazione aziendale

che hanno interessato alcuni tra i principali operatori storici (Tim,

Vodafone e Wind Tre in particolare).

Allo stesso tempo si osserva come la progressiva strutturazione e la

crescita degli operatori che piú di recente, sia nel segmento retail, sia

in quello wholesale, sono entrati sul mercato attenuano tale tendenza.

Va sottolineato come Iliad e Open Fiber abbiano complessivamente quasi

raggiunto a fine 2021 i 2.000 addetti (erano poco piú di 600 nel 2017),

mentre i livelli occupazionali dei principali operatori Fwa (Eolo e

Linkem) nel periodo osservato siano cresciuti di circa 200 unitá, e che

anche alcuni tra gli operatori di minori dimensioni considerati nel

campione analizzato nel 2017-21 hanno visto, seppure in misura contenuta,

aumenti dei livelli occupazionali.

liv


(END) Dow Jones Newswires

February 02, 2023 12:00 ET (17:00 GMT)