ROMA (MF-DJ)--FiberCop, operatore di infrastrutture controllato da Tim al 58% insieme a KKR Infrastructure (37,5%) e Fastweb (4,5%), e Netoip hanno siglato un accordo che consentirá di sviluppare il mercato dell'accesso Fiber-to-the-Home (FTTH) attraverso la partecipazione di Netoip al progetto di co-investimento.

In base all'accordo, Netoip utilizzerá la rete di accesso secondaria in fibra ottica fino alle abitazioni di FiberCop per sviluppare il mercato dell'accesso Fiber-to-the-Home (FTTH) su 9 comuni delle Marche e su altri comuni delle regioni Calabria, Sicilia e Sardegna.

L'adesione di Netoip all'offerta di co-investimento - che il Gruppo Tim realizza tramite FiberCop - conferma la validitá del piano di investimenti FiberCop che assicurerá la copertura FTTH al 75% delle aree grigie e nere del Paese entro il 2025.

L'intesa raggiunta conferma l'efficacia del modello del co-investimento che consente a tutti gli operatori interessati di partecipare allo sviluppo della fibra ottica in Italia in un quadro di competizione infrastrutturale. Inoltre, accelera il superamento del digital divide sul territorio nazionale e permette a famiglie e imprese di scegliere connessioni ultra-broadband con velocitá superiori a 1 Gigabit al secondo.

In FiberCop si è aggiunta poi Tiscali che, come Fastweb, ha optato per la formula del minimo garantito, affittando per 10 anni un certo numero di linee telefoniche. Ci sono anche Iliad e Connectivia (societá che offre connessioni veloci per abitazione e aziende) che invece hanno scelto di acquistare postazioni nei cabinet (in Iru) per vent'anni.

Intanto, sale la tensione in vista dell'ultimo cda di Tim del 2021, dove oltre all'offerta di Kkr si parlerá del contratto di Dazn e di una possibile revisione delle stime di bilancio, la terza dell'anno. La situazione si fa ancora piú complessa perchè l'ex a.d. Luigi Gubitosi, impegnato in un braccio di ferro con l'azienda, non avrebbe ancora trovato una quadra sulla manleva e sulla componente economica del suo contratto.

Pietro Labriola, neo dg e a.d. di Tim Brasil, che ha assunto buona parte delle deleghe di Gubitosi, si dividerá tra i due lati dell'Oceano. Fonti finanziarie riferiscono che Gubitosi potrebbe dimettersi a valle del cda del 17, ma non è stato possibile trovare conferme al riguardo. In mancanza, a inizio gennaio, potrebbe dimettersi uno dei 10 consiglieri Tim eletti dalla lista del management. Il primo indiziato a fare un passo indietro per lasciare spazio a Labriola sarebbe Luca De Meo, manager molto impegnato con il rilancio di Renault.

Il consiglio dovrebbe essere chiamato a pronunciarsi sulla manifestazione d'interesse di Kkr, che ha offerto un prezzo indicativo di 0,505 euro per le ordinare e le rnc. La Repubblica scrive che il fondo Usa aspetta solo l'accesso alla due diligence per promuovere in tempi brevi un'offerta vincolante. Se una parte degli amministratori tra cui quelli espressione di Vivendi e Cdp, avrebbe giá maturato una decisione al riguardo, gli altri - e in particolare i 5 esponenti della lista Assogestioni - prima di pronunciarsi vorranno conoscere il parere degli advisor indipendenti, ovvero LionTree e Goldman Sachs. Solo che le due banche d'affari Usa entro il 17 non saranno in grado di presentare una disamina accurata dell'offerta di Kkr, quindi non è escluso che il cda non sia in grado di dare una risposta al fondo Usa prima di Natale.

Pare invece ormai scontato che il 17 dicembre, con i numeri del 4* trimestre aggiornati, Tim sará costretta a correggere al ribasso le stime sul 2021 per la terza volta in un anno. Non a caso Tim sta trattando con Dazn per rivedere i termini del contratto, che è la principale causa del mancato raggiungimento degli obiettivi.

pev

(END) Dow Jones Newswires

December 09, 2021 05:03 ET (10:03 GMT)