ROMA (MF-DJ)--Da domenica scorsa, quasi senza soluzione di continuità, con modalità virtuale, il comitato insediato dal cda straordinario di Tim due giorni prima che ha accettato le dimissioni di Luigi Gubitosi, è al lavoro sulle carte dell'offerta non binding di Opa amichevole di Kkr che contiene un allegato. Si tratta, secondo quanto risulta al Messaggero, di una lettera di disponibilità di JpMorgan che è anche advisor assieme a Citi e Morgan Stanley, a supportare l'operazione. Se il fondo Usa decidesse di passare alle vie di fatto, costituirebbe una Bidco per l'Opa. Il nuovo veicolo verrebbe dotato di una liquiditá-monstre: 45 miliardi, una somma notevole ma inferiore ai 102mila miliardi di vecchie lire che la Lehman Brothers organizzò per finanziare l'Opa di Colaninno-Gnutti nel 1999.

I 45 miliardi sul tavolo di Kkr servirebbero per il change of control e quindi per rifinanziare il debito lordo esistente di 34 miliardi, piú 11

miliardi che in caso del via all'Opa, andrebbero a costituire la cash

confirmation da rilasciare alla Consob: in questi casi la Commissione dei

mercati, a tutela dei risparmiatori, richiede che l'offerente fornisca la

garanzia di disporre della liquidità necessaria. Nella lettera di JpMorgan c'è anche la flessibilità ad alzare il committment oltre i 45 miliardi, nel caso in cui il prezzo dell'Opa dovesse salire rispetto ai 505 cent indicativi della manifestazione di interesse del 19 novembre.

Intanto, secondo quanto riporta La Stampa, tra i ragionamenti che circolano in queste ore tra i grandi soci di Tim e i loro advisor finanziari ce n'è uno suggestivo in cui non si esclude nemmeno un'azione radicale: quella di rifare il consiglio di amministrazione. Questo per renderlo maggiormente rappresentativo dei due soci di riferimento di Tim: da una parte Vivendi, primo azionista col 23,8% ma con solo due seggiole di emanazione diretta, dall'altra Cassa depositi e prestiti, che è in seconda posizione con il 9,8% ma ha un solo rappresentante.

Cambiare tutto, precisa il giornale, è per ora solo un'ipotesi tra tante (i francesi ci pensarono già nel 2018 quando chiesero la revoca di 5 consiglieri di Elliott, salvo poi ritirarla) che avrebbe davanti a sè molti ostacoli. Ma rende l'idea di come la lista del consiglio non abbia tenuto Tim al riparo dal caos e tutto sia instabile, anche dopo la riunione del board che, venerdì, ha segnato il cambio della guardia al vertice, dove le deleghe endoconsiliari che erano dell'ex ad Luigi Gubitosi sono andate al presidente Salvatore Rossi, mentre la guida

operativa, da ieri, è in mano al direttore generale Pietro Labriola.

L'ex a.d. di Tim, Luigi Gubitosi, ha inviato una lettera ai dipendenti

del gruppo mettendo in evidenza la necessità di "continuare e rafforzare quanto fatto in questi anni, mettendosi al servizio dei numerosi progetti che, grazie ai fondi del Pnrr, possono permettere quel salto in avanti in termini di digitalizzazione e progresso da cui dipende lo sviluppo del Paese e la sua competitivitá per gli anni a venire". "Continuerò a seguirvi con affetto e attenzione, non farò mai mancare il mio supporto a questa grande comunità che lavora con passione per offrire a tutti l'opportunitá di un futuro digitale", ha assicurato Gubitosi ringraziando tutti e facendo "i migliori auguri di buon lavoro a Pietro Labriola", nuovo direttore generale di Tim.

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November 30, 2021 05:03 ET (10:03 GMT)