ROMA (MF-DJ)--"In questo momento la partita è nelle mani di Tim, del

consiglio di amministrazione e dei soci. Il governo valuterá quando

arriverà il momento e su quanto è di sua competenza".

Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso,

a margine della conferenza 'Il soft power dell'Italia', interpellato sui

tempi per arrivare a una soluzione per il dossier Tim, dopo la

controfferta di Cdp-Macquarie per la rete a quella del fondo Kkr.

Proprio domani il gruppo guidato da Pietro Labriola riunisce il board

per l'approvazione dei conti al 31 dicembre 2022. Sul tavolo dei consiglieri ci sará anche il report del comitato parti correlate di

Tim, che si è riunito venerdì scorso, per valutare l'offerta presentata

dal tandem Cdp-Macquarie per l'acquisto della costituenda NetCo di Tim,

che ricomprenderá la rete infrastrutturale e la partecipazione in

Sparkle. Il comitato ha attivato le procedure necessarie, visto che Cdp è

azionista di Tim con una quota del 10% circa e di Open Fiber con il 60%

insieme a Macquarie al 40%.

All'attenzione del Cda di domani dovrebbe esserci anche l'offerta di

Cdp-Macquarie, che scade il 31 marzo 2023, ma potrebbe anche essere

esaminata in un'altra data da definire.

L'offerta indicativa e non vincolante di Kkr è stata invece prorogata

al 24 marzo 2023, a seguito della richiesta del governo di disporre

di ulteriori 4 settimane per effettuare una analisi congiunta degli

aspetti pubblicistici dell'operazione concernenti i poteri esercitabili

dall'esecutivo nel settore.

Le proposte arrivate da Cdp-Macquarie e da Kkr non sarebbero

soddisfacenti per Tim. E neanche per l'azionista di maggioranza Vivendi.

Pochi giorni fa, in occasione della call sui risultati di bilancio,

Arnauld de Puyfontaine, ceo di Vivendi, ha affermato che le offerte fatte

fino a oggi "sono molto al di sotto del valore reale di Telecom Italia".

Tuttavia, il socio francese sta "lavorando a una soluzione per Telecom

Italia", controllata al 23,9%.

Anche per i sindacati delle tlc, le offerte sulla rete Tim sono

"assolutamente inadeguate per la difesa di un asset strategico come Tim e

per il mantenimento dell'occupazione"; per questo sollecitano un incontro

con la presidente del Consiglio. Secondo i sindacati, la prospettiva che

si sta delineando negli ultimi giorni con l'offerta di 18 mld di euro di

Cdp Equity e del Fondo Macquaire e quella di 20 mld del Fondo Kkr "rischia di indebolire sia gli asset che si vogliono acquisire Netco Rete e Sparkle e sia gli asset che resterebbero in Tim, Enterprise e Consumer. Su questa operazione incombe la gestione del debito che ammonta a 22 mld netti e solo 8 mld dell'offerta sarebbero destinati alla riduzione. Sugli asset che resterebbero in pancia a Tim di fatto graverebbero 14 mld di debito che nell'attuale condizione di mercato e con i tassi di interesse in forte crescita, renderebbero ingestibile la continuitá dei business e

genererebbero migliaia di esuberi e seri problemi di tenuta sociale.

Entrambe le offerte sono al vaglio degli advisor di Tim (Goldman Sachs,

Mediobanca, Vitale & C., Liontree, Equita e lo studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici per la parte legale) che dovranno mettere in ordine tutte le informazioni per il board di domani, 15 marzo.

pev


(END) Dow Jones Newswires

March 14, 2023 10:01 ET (14:01 GMT)