(Alliance News) - La prospettiva di uno "spezzatino" di Telecom Italia Spa sembra piacere agli investitori.
Come sottolinea il Messaggero di venerdì, la proposta di Pietro Labriola di includere il break-up delle divisioni Enterprise e Consumer nell'aggiornamento del piano industriale 2025-2027, previsto per febbraio, ha trovato il favore del mercato.
Come anticipato dal Messaggero il 31 dicembre, questa strategia ha portato ieri il titolo a chiudere a EUR0,25 e su dell'1,3%, in una seduta altalenante poi chiusa in positivo per il FTSE Mib a più 0,6%.
Il riassetto mira a valorizzare i singoli asset. La divisione Enterprise, in particolare, potrebbe attirare nuovamente l'interesse di CVC, già interessata nel 2022, quando aveva stimato il valore della divisione grandi imprese - incluse PA, Olivetti, Telsy e Noovle - in circa EUR10 miliardi, offrendo il 49%.
Ora, CVC potrebbe integrare Enterprise con MaticMind, un system integrator di eccellenza guidato da Carmine Saladino, del quale detiene il 70%. L'operazione potrebbe generare sinergie per circa EUR100 milioni, grazie alla solidità dell'azienda.
TIM punta, inoltre, a chiudere in anticipo, di una settimana, la vendita di Sparkle, società specializzata in cavi sottomarini, al consorzio Mef-Retelit per EUR700 milioni. Parallelamente, il team guidato da Labriola sta valutando la creazione di due nuove società: una dedicata alla divisione Consumer, con ricavi stimati di EUR7 miliardi, e l'altra a Enterprise, con circa EUR3 miliardi di ricavi.
Secondo Equita SIM, la societarizzazione potrebbe facilitare future aggregazioni nei due segmenti mentre, per Intermonte, il piano di break-up incrementa l'attrattiva speculativa del titolo. Un delisting completo del gruppo potrebbe essere la soluzione più efficace rispetto a una scissione proporzionale in società quotate, come avvenuto con scarso successo per Vivendi SA in Francia. Il delisting consentirebbe agli azionisti di minoranza di beneficiare immediatamente di un premio, evitando i rischi operativi e i tempi lunghi associati alla ristrutturazione.
Tuttavia, questa operazione richiederebbe l'approvazione del governo, vista la presenza di CdP - con una quota del 9,9% - e le implicazioni del golden power. Nonostante le complessità, la partenza positiva di TIM nel 2024 alimenta le aspettative di un'inversione di rotta.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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