ROMA (MF-DJ)--Nel 2020 il valore complessivo dei ricavi delle principali aziende che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche, è stimato in 28,3 mld di euro (-10,1% rispetto al 2016, -2,6% medio annuo nel periodo considerato). Tra il 2016 ed il 2020, Tim mostra una riduzione dei ricavi (-12%) maggiormente accentuata rispetto alle altre imprese presenti nel settore (-8,6%) dovuta in particolare all'andamento dello scorso anno (-8,4%), quando corrispondentemente la flessione degli altri operatori ha mostrato un più contenuto -1,6%, grazie alla crescita degli introiti di Iliad, Fastweb e Open Fiber.

È quanto emerge dai bilanci d'esercizio di oltre 30 imprese operanti nel comparto, analizzati dall'Autoritá per le Garanzie nelle Comunicazioni. Nell'ultimo anno, si registra una riduzione complessiva di oltre 1.400 unità lavorative dirette. Tale andamento è il risultato derivante da una dinamica che vede da una parte alcuni operatori incrementare l'occupazione, come nel caso dell'operatore wholesale Open Fiber (per circa 230 unità), di Fastweb (per poco più di 210 unità), Iliad (per poco più di 170 unità) e i principali operatori FWA (circa 50 unità) e, dall'altra parte, una riduzione degli organici ascrivibile principalmente a Tim per oltre 1.700 addetti.

Con riferimento al margine lordo (Ebitda), nello scorso anno si registra una flessione media di circa 2 p.p. (punti percentuali), dal 38,5 al 36,6%, non lontano da quello registrato nel 2016. Tale risultato è frutto di due diverse dinamiche, con Tim in miglioramento (+1,3 p.p. e gli altri operatori che invece vedono ridursi il margine lordo di 4,2 p.p. Analogamente, anche per il margine netto (Ebit) nell'ultimo anno si osserva un peggioramento (in media 0,9 p.p.) con il valore di Tim che rimane invariato mentre peggiora di 1,4 p.p. per il complesso degli altri operatori che, tuttavia, sull'intero periodo considerato, mostrano un miglioramento passando da un valore negativo nel 2016, -3,8%, a +6,9 nel 2020 (+10,7 p.p.).

Nel 2020 il margine lordo di Tim è risultato pari a quello aggregato degli altri operatori (5,18 mld. di euro).

Nel periodo 2016-20, il ricorso ai mezzi propri (patrimonio netto) delle principali imprese del settore risulta in aumento di 2 p.p. (dal 31,4% del 2016 al 33,4% del 2020). Il ricorso ai mezzi propri risulta più elevato per Tim rispetto alla media degli altri operatori.

Nel 2020, grazie soprattutto agli effetti del DL 104/2020 in termini di rivalutazione dei beni d'impresa (a cui sono state interessate in particolare Tim, Vodafone e Wind Tre) e relativi effetti sulle poste contabili, si è registrato un deciso aumento dell'indicatore rispetto al 2019 (in media pari a +6,3 p.p.), aumento particolarmente rilevante per Tim (+8,4 p.p.) rispetto al resto del settore (+2,9 p.p.).

La remunerazione dei mezzi propri, misurata dal rapporto tra risultato d'esercizio e patrimonio netto, nel 2020, risulta nel complesso positiva (+6,4%), in miglioramento rispetto al 2019 e con un valore per Tim di poco superiore a quello mostrato dal complesso degli altri operatori. Questi ultimi, con riferimento all'intero periodo, mostrano un una netta crescita dell'indice (+14,3 p.p.), mentre Tim mostra un peggioramento di 3,3 p.p.

Nel 2020, gli investimenti delle principali imprese operanti nel settore sono complessivamente pari a 6,8 mld. di euro e risultano in leggera flessione rispetto all'anno precedente -260 mln. Il rapporto tra investimenti e ricavi nel 2020 è stimato pari al 23,9%, in marginale aumento rispetto al 2019 (+0,2 p.p.).

Nel biennio 2019-2020, il valore dell'indicatore per Tim appare considerevolmente inferiore (per circa 10 p.p.) a quello delle altre imprese considerate. Con riferimento all'intero periodo 2016-20, gli investimenti complessivi (includendo gli oneri per l'acquisizione delle licenze 5G) sono stati in media pari al 26,8% dei ricavi (26,1% per Tim a fronte del 27,4% degli altri operatori).

Nel corso dell'intero periodo considerato, il flusso finanziario generato dall'attività operativa in rapporto ai ricavi è stato mediamente pari al 28,2%, con un valore relativo alla sola Tim superiore a quello medio delle altre imprese (30,6% vs 26,3%) a testimonianza della maggiore capacità, da parte dell'operatore storico, di creare liquidità.

Analizzando la parte del flusso finanziario generato dall'attività operativa che viene assorbito dagli investimenti effettuati dagli operatori, tra il 2016 ed il 2020 l'indice in media è stato pari al 95,2%, con un valore per Tim dell'85,4%, mentre per le altre imprese è stato più elevato e pari a 104,1%. Tale indicatore nel biennio 2017-2018 ha visto un livello assai più elevato per Tim rispetto a quello delle altre imprese, a seguito anche dell'incidenza degli investimenti per il 5G. Nel biennio 2019-2020 il valore di Tim è stato in media di poco superiore al 50%, mentre per il complesso degli altri operatori è risultato sostanzialmente il doppio.

pev

(END) Dow Jones Newswires

December 07, 2021 11:26 ET (16:26 GMT)