ROMA (MF-DJ)--«Si sta lavorando con Cassa depositi e prestiti e fondi internazionali sulle opzioni per la rete di Telecom Italia». Con queste parole espresse ieri da Adolfo Urso, ministro delle imprese e Made in Italy (Mimit), il governo è uscito allo scoperto portando in superficie l'ipotesi di soluzione in piedi da fine novembre e che sembra la strada principale per assicurare connettività e fibra ottica al Paese. Poi se sarà rete unica o Rete nazionale come la definisce Alessio Butti, sottosegretario a Palazzo Chigi, è tutto da scoprire.

Questo schema, scrive il Messaggero, emerge dietro le quinte della serie di incontri promossi dalla Presidenza del Consiglio e dal ministero di via Veneto, avviati giovedì scorso, seguiti da un'altra riunione tecnica oggi nel primo pomeriggio, poi da un terzo appuntamento probabilmente giovedì e spunta anche una quarta riunione la prossima settimana, allo scopo di mantenere la road map promessa da Butti e Urso al fine di addivenire a una soluzione entro fine anno.

Oggi il vertice si occuperà di strumenti di politica industriale che potrebbe sviscerare il percorso da seguire per la costruzione del progetto. All'incontro odierno dovrebbero partecipare sempre i due capi di gabinetto Gaetano Caputi (Palazzo Chigi) e Federico Eichberg (Mimit), Francesco Mele, ad di Cdp Equity mentre non ci sarà Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi, rappresentato da Davide Ruvinetti, consulente della media company francese, presente la volta scorsa quando c'era anche Alessandro Daffina, ceo di Rothschild, advisor di Parigi.

«Il governo intende assicurarsi il controllo della rete fissa di Tim, asset ritenuto di importanza strategica, per creare un operatore nel settore della banda larga esclusivamente all'ingrosso» ha aggiunto ieri Urso, senza aggiungere le modalità per la costruzione della rete. Modalità significa come consentire a Cdp, che è azionista al 10% di Tim di cui Vivendi ha il 23,7% e ai fondi, di acquisire un asset di proprietà dell'ex monopolista. Potrebbe esserci una scissione proporzionale con la nascita di una Newco contenente l'infrastruttura prima e secondaria contenuta in Fibercop, controllata al 58% da Tim e al 37,5% da Kkr, il fondo Usa che a novembre 2021 manifestò l'intenzione di lanciare un'Opa su Tim al prezzo di 0,505 euro, subordinata a molte condizioni e poi ritirata. Per acquisire la Newco, Cdp & Soci potrebbero lanciare un'Opa parziale, tramite un veicolo: Kkr vuole la maggioranza del veicolo. Ieri le azioni Tim, suscettibili di forti oscillazioni in funzione delle indiscrezioni che si susseguono, sono salite del 4,2% a 0,21 euro.

Secondo alcune indiscrezioni Gip, fondo Usa, si sarebbe incontrato con Pietro Labriola, ceo di Tim, interessato a farlo partecipare al riassetto: fonti attendibili riferiscono però che dopo un primo generico contatto, l'investitore di New York non sarebbe in partita anche perché non avrebbe sponsor al tavolo governativo. Kkr, invece, sarebbe nuovamente in prima fila nelle interlocuzioni con Cdp per studiare un'offerta sulla Rete, anche se ancora non è chiaro il perimetro dell'operazione. Trapela che la Newco da far nascere dalla separazione degli asset da Tim comprenda anche il backbone che è la dorsale da cui si dipanano rete primaria e secondaria. Al perimetro è collegato il valore atteso che Tim ha interesse a incassare risorse per abbattere il debito di 25 miliardi. Resterebbe fuori Open Fiber.

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