ROMA (MF-DJ)--Cambia volto il disegno del governo sul piano della rete Tim. Ieri sera si è tenuto un nuovo vertice a Palazzo Chigi e l'idea che sarebbe emersa è quella di prendere tempo per ricostruire un progetto alternativo a quello che sarebbe dovuto passare, entro domani, per un'offerta non vincolante della Cassa depositi e prestiti per Netco: la parte di Tim che dovrà contenere al suo interno la rete e i cavi sottomarini della controllata Sparkle.

Dalla riunione, scrive il Sole 24 Ore, cui insieme allo staff di Palazzo Chigi hanno partecipato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e il sottosegretario a Palazzo Chigi per l'Innovazione tecnologica Alessio Butti, non sono trapelati commenti. Si starebbe ripensando al concetto stesso di «rete unica» che, da quanto emerso anche nelle ultime settimane in seguito ad approfondimenti dell'esecutivo, in senso integrale rischierebbe di non passare il vaglio della Commissione europea. Valutazione positiva di Bruxelles potrebbe invece esserci per una sorta di sistema misto, ovvero una rete unica a controllo pubblico nelle aree bianche, a fallimento di mercato, e nelle aree grigie semi-concorrenziali finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza ma non in quelle su cui sono già in corso piani degli operatori privati.

Nelle aree nere, quelle a più alta concorrenzialità, si andrebbe a gara. La Commissione europea, per i profili antitrust, chiede la presenza di più infrastrutture nelle aree nere (almeno tre). E di conseguenza anche il profilo del coinvolgimento di Open Fiber in questo tipo di operazione sarebbe dunque da ristudiare e valutare bene.

Anche per questo nel vertice di ieri sera, sebbene non ci siano conferme ufficiali, sarebbe maturata la linea di scavallare il termine del 30 congelando in pratica l'offerta Cdp. Dal canto suo il ministro dell'Economia Giorgetti in tutti questi giorni ha conservato sul dossier la stessa cautela tenuta durante l'esperienza precedente al Mise. Preoccupazione, più che altro, c'è sulle sorti complicate di Tim. E una certa perplessità su piani troppo ambiziosi che puntino all'italianità e al controllo statale della rete senza compatibilità finanziarie.

Sul dossier è impegnato anche Samuele Pasi (ex country head di ArcelorMittal in Italia e ora a capo della boutique indipendente Pasi & Co.) come advisor per la presidenza del Consiglio, che sul tema della rete vede in campo il sottosegretario Butti. In particolare, a Butti sono andate le deleghe per l'Innovazione tecnologica comprese le «politiche strategiche di realizzazione delle reti di telecomunicazioni», ma fatte salve le competenze in materia del ministero delle Imprese e del made in Italy.

Intanto in casa Tim ci si prepara al Cda straordinario di domani che avrebbe all'ordine del giorno la proposta di azione di responsabilità nei confronti del precedente consiglio e dell'ad Luigi Gubitosi. Domani però si potrebbe conoscere il sostituto di Luca de Meo, il ceo di Renault che si è dimesso a settembre. I nomi che si fanno sono quello di Stefano Proverbio (McKinsey), Barbara Cominelli (ceo di Jll) e Giulio Gallazzi (componente del board di Mfe-Mediaset). Per Massimo Sarmi, attuale presidente di Fibercop e di Asstel il momento buono potrebbe arrivare alla metà di dicembre.

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2910:08 nov 2022


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November 29, 2022 04:08 ET (09:08 GMT)