ROMA (MF-DJ)--Anche rimandare o non-decidere significa in fondo effettuare una scelta. È questo il messaggio che i sindacati hanno lanciato ieri al governo su Tim nel corso dell'incontro che era stato fissato con i rappresentanti dei lavoratori per parlare proprio del futuro della società di telecomunicazioni.

All'incontro non c'era la premier Giorgia Meloni, ma il capo di Gabinetto di Palazzo Chigi, Gaetano Caputi, che nella sostanza ha preso nota delle istanze di Cgil, Cisl e Uil e dei sindacati delle tlc su Tim. I lavoratori, scrive Milano Finanza, hanno ribadito al governo la contrarietà allo spezzatino di Tim, ma soprattutto hanno fatto presente come il tempo in questa partita non sia una variabile ininfluente e il rischio di rimandare le decisioni sia una crisi irreversibile. "Non abbiamo avuto risposte dall'incontro con l'esecutivo su Tim" e chi era presente per il governo "si è riservato di riferire in sede politica quindi al presidente del Consiglio" la posizione unitaria delle sigle sindacali, ha spiegato Maurizio Landini della Cigl, a margine del vertice. Una cosa certa è che anche i rappresentanti dei lavoratori si sono detti favorevoli alla creazione di una rete unica e questo sembra l'unico punto su cui tutti sono d'accordo. Ma da qui in poi si naviga a vista. La sensazione è che stiano tutti prendendo tempo e da quello che risulta anche all'interno del governo ci sono opinioni molto differenti su come procedere. Il MoU la cui scadenza è domani, prevedeva un'offerta da parte di Open Fiber per Netco.

Quell'operazione era stata concordata da Tim e dai suoi azionisti, compreso il fondo Kkr (azionista di Fibercop) e sponsorizzata dal ceo Pietro Labriola così come da Open Fiber e dai suoi azionisti, ossia Cdp (60%) e fondo Macquarie (40%). Da quello che risulta, all'interno del governo c'è chi non ritiene quel percorso vantaggioso, chi punterebbe a mettere in discussione anche la governance della Cassa e chi si chiede se Giorgetti prima o poi non considererà l'eventualità di una discontinuità al vertice di Open Fiber. Per questo, salvo colpi di scena, entro il 30 novembre non sarà depositata alcuna proposta, anche se Tim terrà in ogni caso il cda previsto (ci sono anche da sostituire i membri Luca de Meo e Frank Cadoret). Al momento, restano in piedi entrambe le ipotesi, ossia che la data di scadenza venga semplicemente posticipata o che il percorso di un'offerta di Open Fiber per NetCo decada del tutto. Allo stesso tempo c'è chi ritiene che anche la sostanza del progetto Minerva, ossia un'opa su Tim, comporti notevoli problemi per il governo. Insomma, per ora l'esecutivo starebbe prendendo tempo in attesa di determinare quale strada percorrere. Nel frattempo c'è una società quotata, ossia Tim, il cui titolo continua a essere colpito da folate speculative sia al rialzo sia al ribasso. Ieri le azioni hanno chiuso in calo dell'1,2% a 0,222 euro dopo aver scambiato anche in positivo nel corso della giornata. «La rinuncia all'esecuzione del MoU è una notizia negativa.

"Si rimanda ancora una volta una decisione su temi molto importanti e impellenti per il gruppo: riduzione del debito, valorizzazione della rete, reperimento di risorse per lo sviluppo degli asset ex-rete, azzerando un piano lungamente negoziato e analizzato per privilegiare percorsi alternativi ancora da mettere a punto", hanno scritto gli analisti di Equita, riassumendo il sentiment del mercato.

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2909:19 nov 2022


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November 29, 2022 03:20 ET (08:20 GMT)