ROMA (MF-DJ)--Nell'integrazione delle reti di Tim e Open Fiber (controllata al 60% da una Cdp che è anche azionista al 10% di Tim) c'è buona parte delle fondamenta di un progetto di rilancio di Tim che passa attraverso una riorganizzazione che fa leva sulla divisione fra NetCo (rete) e ServCo (servizi). Un progetto che troverà declinazione pratica nel piano industriale che sarà presentato al mercato il prossimo 7 luglio. Analisti e osservatori si interrogano sempre di più, a quanto verificato dal Sole 24 Ore, sul destino delle azioni risparmio. Tema tecnico ma che potrebbe apparire dirimente nella scelta della strada che il vertice di Tim potrebbe voler prendere.

Sulla carta le ipotesi al vaglio sono sostanzialmente due: il conferimento della rete a una newco, destinata in un secondo tempo a finire in Open Fiber o a un partner finanziario, o la scissione vera e propria di Tim con equilibri proprietari sempre da definire. In questo secondo caso ci sarebbero però due ordini di problemi. Il primo: servirebbe un processo autorizzativo con l'ok dell'assemblea degli azionisti delle risparmio tutt'altro che scontato. Secondo: il numero delle azioni di risparmio in circolazione crescerebbe perché occorrerebbe mettere in circolazione lo stesso numero di azioni di risparmio per la nuova società quotata. Un modo, forse l'unico, per aggirare il problema diventerebbe quello della conversione ma i tempi si allungherebbero. Altrimenti resta il conferimento della rete con ServCo quotata, con tutto il tema però dell'infrastruttura a garanzia del debito. Eventuali societarizzazioni all'interno di ServCo con vendita di asset o puntando a cedere quote di minoranza possono rimanere le alternative. Al momento però sono solo ragionamenti che si fanno nelle sale operative, nell'attesa di capire in quale direzione si muoverà il piano.

pev


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May 06, 2022 03:01 ET (07:01 GMT)