(Alliance News) - L'anno scorso è stato un anno cruciale per il settore delle telecomunicazioni in Italia, caratterizzato da eventi significativi come la cessione della rete da parte di Tim e l'imminente fusione tra Fastweb e Vodafone Italia, acquisita da Swisscom, spiega giovedì Il Sole 24 Ore.
Nonostante una forte domanda e investimenti pari al 26% dei ricavi annuali, il settore ha visto un calo sostanziale nei ricavi e nei margini operativi: tra il 2010 e il 2023, i ricavi sono scesi del 35%, a EUR27,2 miliardi, e il flusso di cassa è passato da EUR10,5 miliardi a soli EUR500 milioni.
Al Forum sulla Filiera delle Telecomunicazioni organizzato da Assotelecomunicazioni-Asstel e dai sindacati di settore, è emersa la necessità di interventi per sostenere il settore. Massimo Sarmi, presidente di Asstel, ha chiesto misure per ridurre i costi energetici e promuovere una competizione equa tra telco e Big Tech, richiedendo contributi per gli investimenti delle telco. Gli operatori hanno chiesto anche l'estensione degli incentivi del Piano 5.0.
I rappresentanti delle principali aziende del settore, come Tim, Fastweb, Iliad e Wind Tre, hanno fatto appello al governo per un supporto regolatorio e finanziario.
Da parte sindacale, è stata sottolineata la mancanza di una politica industriale adeguata e il bisogno di strumenti come il contratto di espansione e il Fondo nuove competenze.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha parlato dell'importanza di utilizzare fornitori europei per le apparecchiature di telecomunicazione, mentre il sottosegretario Alessio Butti ha frenato sull'idea di un contributo delle grandi piattaforme per il traffico sulle reti, sostenendo che il tema va ripreso a livello europeo.
Sullo sfondo, il ritorno alla presidenza USA di Donald Trump, noto per le sue posizioni dure sulla tecnologia cinese, potrebbe influire sulle scelte future.
Di Antonio Di Giorgio, Alliance News reporter
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