ROMA (MF-DJ)--«Gli attuali incrementi della bolletta sono dovuti alla forte crescita dei prezzi delle materie prime a livello internazionale, a partire da gas e CO2, a seguito, paradossalmente, della forte ripresa post Covid. Lo scorso trimestre le misure straordinarie del governo hanno mitigato gli oneri di sistema. In bolletta però solo il peso delle reti, che rappresentano la parte più piccola del conto energetico, è rimasto invariato, senza subire alcun aumento. La parte più piccola, ma la più significativa a livello strategico: solo gli importanti investimenti da noi già stanziati per la realizzazione di nuove reti possono abilitare un cambiamento radicale della situazione, favorendo il calo delle bollette e la transizione energetica».

Lo afferma in un'intervista al Messaggero Stefano Donnarumma, da poco più di un anno a.d. di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, ed ha titolo, anche per le precedenti esperienze in Acea e A2a, per spiegare come affrontare il caro bollette del 40% annunciato dal Ministro Cingolani.

«Possiamo dire che in futuro la parte che pesa di meno sulla bolletta sarà quella che, se ben accompagnata da investimenti e autorizzazioni, sarà in grado di abbattere, e di molto, quelle componenti che oggi risultano pesantissime. Largo a sole, vento, acqua e accumuli per vincere questa battaglia e poter offrire giusti e notevoli risparmi a cittadini e imprese», aggiunge. «L'Italia è un importatore netto di risorse fossili, prima fra tutte il gas, che utilizziamo, oggi, per produrre circa il 60% dell'energia elettrica: dobbiamo, nei prossimi 10 anni, passare al 60-65% di energia prodotta da fonti rinnovabili, sostituendo gas e carbone e approvvigionandoci dalla natura. Consideriamo che un aumento delle fonti rinnovabili pari a quello oggi previsto per centrare i target al 2030 consentirebbe, dati gli attuali prezzi di gas e CO2, di risparmiare più di 4 miliardi l'anno. Terna è fondamentale per favorire lo sviluppo di queste fonti e per portare l'energia dal sud, dove c'è la maggiore produzione rinnovabile, al nord dove ci sono i consumi", spiega.

"Questi aumenti e queste tensioni sui prezzi sono in parte congiunturali e potrebbero ridursi nel 2022, ma è importante far capire che l'unica soluzione per uscirne in modo strutturale è investire nelle fonti rinnovabili e nelle reti, avallando la transizione energetica, facilitando e velocizzando i processi autorizzativi per permettere di svincolarci dalla dipendenza dalle fonti fossili. Già oggi Terna ha richieste di connessione di impianti rinnovabili per 130 gigawatt, circa il doppio degli obiettivi al 2030: gli investitori ci sono, serve accelerare i processi autorizzativi per far sì che la transizione avvenga prima possibile», conclude.

pev

(END) Dow Jones Newswires

September 15, 2021 02:44 ET (06:44 GMT)