ROMA (MF-DJ)--L'Italia avrà bisogno di 2,5 bcm di gas in più se la Francia dovesse tagliare l'export di elettricità al nostro Paese.

Lo scrive "Repubblica" presentando la stima dell'entità del possibile ammanco di energia elettrica francese e cerca contromisure alla prossima riduzione fino a zero. Oggi tutto è messo in dubbio dai fermi manutenzione di 32 centrali nucleari su 56 in Francia, e dalla siccità che ha portato l'energia idroelettrica ai minimi da 40 anni.

Ieri al Mite la responsabile del dipartimento energia e clima Sara Romano ha visto i dirigenti di Terna, che mercoledì scorso le avevano scritto per confrontarsi sugli scenari pubblicati da Rte (gestore della rete elettrica francese e controllata al 51% dal colosso pubblico Edf).

Le "Perspectives pour le système électrique 2022-2023" elencavano i tanti guai che falcidieranno la generazione in Francia nelle prossime stagioni, e l'analisi degli scenari conseguenti: compreso il più "degradato", per cui "gli scambi di elettricità sulla rete europea potrebbero essere turbati e la scarsità di gas naturale porterebbe a un razionamento dei consumi" ipotizzato tra il 5% e il 15%. La situazione potrebbe indurre un Paese "tradizionalmente esportatore" a tenersi in casa la sua energia.

È su tale ipotesi, non tanto remota anche tra gli operatori del settore, che i manager di Terna mercoledì hanno subito informato il Mite e l'Arera, chiedendo un confronto per valutare l'impatto degli scenari francesi "sui consumi di gas e sulla stabilità della rete elettrica in Italia", come riportava la comunicazione di Terna (oltre metà della generazione domestica è "termoelettrica" con il gas come fonte primaria).

Ieri i tecnici della rete dell'alta tensione avrebbero iniziato a discutere con i dirigenti pubblici i modelli risultanti da ogni scenario, così da stimare gli eventuali nuovi fabbisogni di elettricità e soprattutto di gas.

Qualche operatore ipotizza che se mancasse tutto l'import francese servirebbero 2,5 miliardi di metri cubi in più di gas all'Italia, per alimentare le centrali termoelettriche in notturna; il calcolo salirebbe a massimi 7 miliardi se mancassero tutti i 43 Twh importati nel 2021 anche da Svizzera, Slovenia, Austria, Paesi a loro volta in difficoltà di fornitura.

In seguito toccherà al Mite cercare nuovi rimedi all'ennesima cattiva notizia. Dietro le quinte pare che la squadra del ministro Roberto Cingolani cercherà tra le pieghe delle misure già avviate, provando ad accentuarne la portata. Finora il piano 2022-2025 prevede la sostituzione di circa 30 miliardi di metri cubi di gas della Russia con 25 miliardi di metri cubi di produzioni diversificate, colmando il resto con tagli ai consumi (-3,2 miliardi) ed energia da fonti diverse dal gas (2,1 miliardi).

Un altro problema, finanziario, è il divario enorme dei prezzi ai due lati delle Alpi: sui contratti dicembre '22 ieri 1 Mwh di elettricità costava 1.350 euro in Francia, contro 512 euro in Italia. La stessa Rte ha scritto che «le quotazioni integrano ormai un rischio molto alto per la Francia e incorporano gli s cenari più estremi ». Se il divario non si chiude, e ancor più se l'inverno fosse freddo, i francesi avranno tutto l'interesse a vendere in Francia.

gug


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September 20, 2022 04:46 ET (08:46 GMT)