BERLINO (Reuters) - Tesla sospenderà gran parte della propria produzione di automobili nello stabilimento vicino a Berlino dal 29 gennaio all'11 febbraio, ha detto ieri la società, a causa alla mancanza di componenti dovuta agli spostamenti delle rotte di trasporto in seguito agli attacchi alle navi nel Mar Rosso.

Lo stop parziale alla produzione è la prova che la crisi nel Mar Rosso, scatenata dai militanti Houthi sostenuti dall'Iran attraverso attacchi a navi per sostenere il gruppo islamista palestinese Hamas, ha colpito fortemente la Germania.

Il produttore statunitense di veicoli elettrici è la prima azienda a fermare la produzione a causa della crisi. Molte aziende, tra cui Geely, la seconda casa automobilistica cinese per vendite, e l'azienda svedese di arredamento Ikea hanno segnalato rischi di ritardi nelle consegne.

"I tempi di trasporto notevolmente più lunghi stanno creando un vuoto nelle catene di approvvigionamento".

Gli analisti prevedono che altre case automobilistiche potrebbero subire le conseguenze del conflitto sul Mar Rosso.

"Fare affidamento su così tanti componenti chiave provenienti dall'Asia, e in particolare dalla Cina, è stato un potenziale punto debole nella catena di approvvigionamento di qualsiasi casa automobilistica. Tesla fa molto affidamento sulla Cina per i componenti delle batterie, che devono essere trasportati in Europa attraverso il Mar Rosso, mettendo costantemente a rischio la produzione", ha detto Sam Fiorani, vicepresidente di AutoForecast Solutions, che monitora le catene di approvvigionamento e la produzione automobilistica.

"Non si può credere che siano i soli, ma solamente i primi a evidenziare il problema", ha aggiunto.

I problemi nelle forniture aggiungono ulteriore pressione a Tesla in un momento in cui è il produttore di auto è anche alle prese con una disputa con il sindacato svedese IF Metall per la firma di un contratto collettivo, innescando scioperi di solidarietà da parte di diversi sindacati in tutta l'area nordica.

I lavoratori sindacalizzati della Hydro Extrusions, una filiale della società norvegese di alluminio ed energia Hydro, hanno interrotto il 24 novembre le lavorazioni dei componenti per i prodotti automobilistici Tesla. I lavoratori sono iscritti all'IF Metall.

Tesla non ha risposto alle richieste di commento sul potenziale impatto dello sciopero di Hydro Extrusions sulla produzione.

Nel comunicato pubblicato ieri, l'azienda ha dichiarato che la produzione riprenderà in pieno il 12 febbraio. Al momento non è stato possibile avere ulteriori dettagli sui componenti mancanti o su come Tesla ripristinerà la produzione.

Gli attacchi dei militanti Houthi sostenuti dall'Iran hanno costretto le principali compagnie di navigazione del mondo ad aggirare il Canale di Suez, la rotta marittima più veloce dall'Asia all'Europa che rappresenta circa il 12% del traffico marittimo globale.

Una fonte a conoscenza della situazione ha riferito che al momento Tesla non prevede di modificare i piani di produzione della propria fabbrica di Shanghai, che produce anche auto per l'Europa. L'impianto, come da tradizione, resterà chiuso per una settimana durante le festività annuali del Capodanno lunare cinese.

Al momento Tesla non ha risposto a una richiesta di commento sulla fabbrica di Shanghai. L'azienda, che in base a quanto riferito nei giorni scorsi da Reuters ha una strategia aggressiva di aggiustamento dei prezzi per influenzare la domanda e ottimizzare i costi per i propri piani di produzione, ha tagliato oggi i prezzi in Cina di alcune delle nuove auto del gruppo Model 3 e Model Y .

BMW ha comunicato che la catena di approvvigionamento del gruppo non è stata colpita dagli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso.

I grandi gruppi del trasporto marittimo come Maersk e Hapag-Lloyd hanno intrapreso rotte più lunghe e costosi intorno al Capo di Buona Speranza in Sudafrica.

La società danese Maersk ha stimato che il cambio di rotta persisterà per il prossimo futuro.

I nuovi tragitti comportano un allungamento di circa 10 giorni dei tempi di trasporto dall'Asia al Nord Europa e un consumo di carburante dal costo aggiuntivo di circa 1 milione di dollari.

In tutto il settore dei veicoli elettrici, le case automobilistiche e gli analisti europei hanno segnalato negli ultimi mesi una crescita delle vendite inferiore alle attese, con alcune aziende che hanno tagliato i prezzi nel tentativo di stimolare la domanda penalizzata dall'incertezza economica.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)