MILANO (MF-DJ)--Le tensioni politiche tra Washington e Pechino rimangono la principale fonte di preoccupazione per le aziende americane in Cina, nonostante un certo ottimismo sul miglioramento delle relazioni con il presidente Usa, Joe Biden

La metà delle aziende statunitensi è pessimista sull'effetto che le relazioni bilaterali potrebbero avere sulle loro attività nel Paese nei prossimi due anni, con solo il 16% degli intervistati che ha espresso ottimismo, secondo l'indagine annuale della Camera di Commercio americana in Cina sull'ambiente imprenditoriale, che è stata pubblicata oggi a Pechino. La Camera ha coinvolto 345 aziende tra ottobre e novembre 2020.

Il pessimismo arriva nonostante il 50% degli intervistati abbia previsto che il tono delle relazioni Usa-Cina probabilmente migliorerà quest'anno dopo il cambio di leadership a Washington. L'anno scorso solo il 30% degli intervistati pensava, invece, che le relazioni sarebbero migliorate.

"La relazione rimane controversa", ha detto in un'intervista Greg Gilligan, presidente di AmCham China, spiegando che la cautela tra le aziende statunitensi riflette la convinzione che, con il presidente Biden, "stiamo tornando a una relazione e a un'attività diplomatica bilaterale più tradizionali, ma non a un livello inferiore di tensione nella relazione".

La Cina è stata l'unica grande economia mondiale a crescere lo scorso anno ed è stata un'ancora di salvezza per una serie di grandi aziende statunitensi, tra cui Starbucks, Nike e Tesla, che hanno riportato vendite in crescita in Cina.

La maggioranza degli intervistati, il 56%, ha riferito di aver realizzato un profitto in Cina lo scorso anno, anche se un quinto ha subito perdite, rispetto all'11% che ha riportato perdite nel 2019. Due terzi delle aziende statunitensi hanno affermato che i loro ricavi in Cina sono aumentati o sono rimasti stabili nel 2020, una quota inferiore al 79% che aveva degli intervistati riportato vendite in aumento o stabili nel sondaggio dello scorso anno.

Il consumo è stato più lento a riprendersi in Cina rispetto alla produzione e ad altri settori della seconda economia mondiale, e i marchi di consumo statunitensi hanno ampiamente sottoperformato rispetto ai loro competitor industriali. La maggior parte delle aziende statunitensi nel settore dei consumatori, il 54%, ha affermato che le entrate in Cina sono diminuite nel 2020, mentre il resto ha dichiarato che le vendite sono aumentate o sono rimaste più o meno allo stesso livello.

LO stop ai viaggi è stato forse il più importante impatto correlato al coronavirus per le aziende statunitensi in Cina. Circa il 52% degli intervistati ha affermato che le restrizioni hanno danneggiato le loro attività. Le aziende straniere hanno faticato a riportare il personale in Cina, i cui confini sono stati in gran parte chiusi nell'ultimo anno, o a sostituire i dipendenti stranieri che se ne sono andati dal Paese.

Allo stesso tempo, molte aziende statunitensi hanno affermato che alcune lamentele sul fare affari in Cina - principalmente legate all'accesso al mercato e alla burocrazia - stanno scomparendo, poiché Pechino sta portando avanti le riforme a lungo promesse.

Esattamente la metà delle aziende intervistate ha affermato che l'ambiente imprenditoriale cinese sta migliorando, rispetto a solo il 12% che pensa che stia peggiorando, mentre il 61% ha espresso fiducia sull'impegno di Pechino ad aprire ulteriormente la propria economia agli investimenti stranieri nei prossimi tre anni. Due terzi degli intervistati hanno affermato che le loro aziende aumenteranno gli investimenti in Cina quest'anno.

Solo il 37% delle aziende statunitensi ritiene che i rischi di fuga di proprietà intellettuale o le minacce alla sicurezza dei dati siano maggiori in Cina che in altri mercati, meno del 53% degli intervistati che si sentivano in questo modo due anni fa.

Mentre l'amministrazione Biden sta formulando la propria politica sulla Cina, è importante essere consapevoli di questi sviluppi positivi, ha affermato Gilligan. Consentire alle aziende statunitensi di operare in Cina è "un bene per l'economia americana e il popolo americano", ha detto, esortando Washington "a cambiare ciò che non funziona bene e mantenere ciò che funziona". In particolare, ha affermato Gilligan, gli interessi di sicurezza nazionale dovrebbero essere definiti in modo restrittivo per consentire alle aziende in aree non sensibili di continuare a operare liberamente.

Anche se le aziende statunitensi hanno continuato a operare normalmente in Cina nonostante il conflitto politico di alto livello, i dirigenti rimangono preoccupati che le tensioni possano estendersi all'ambito commerciale, con il risultato che Pechino scelga le società statunitensi per le sue rappresaglie, ha detto Gilligan.

cos

(END) Dow Jones Newswires

March 09, 2021 04:50 ET (09:50 GMT)