Uno sguardo alla giornata in corso nei mercati asiatici.

Gli investitori in Asia si avvicinano alla fine di una settimana movimentata, sperando che la relativa calma che è scesa sul dollaro e sulla sessione ridotta del mercato obbligazionario statunitense giovedì possa estendersi alla sessione locale di venerdì.

Con il rapporto sull'occupazione statunitense di dicembre che incombe e con i mercati che risentono ancora dell'impennata dei rendimenti obbligazionari globali a lungo termine di questa settimana, le contrattazioni in Asia potrebbero terminare con un range di oscillazione piuttosto basso.

I futures sul Nikkei indicano un'apertura piatta per le azioni giapponesi. Il Nikkei è sulla buona strada per un calo di circa lo 0,7% sulla settimana, sottoperformando l'indice più ampio MSCI Asia ex-Japan, che si avvia alla sessione di venerdì in modo piatto sulla settimana.

Anche i titoli azionari cinesi sembrano destinati a terminare la settimana invariati e indenni. Tuttavia, questo può essere interpretato in due modi. Si tratta di una notizia positiva, visto il clima di sconforto che continua a circondare le prospettive della Cina agli occhi di molti investitori.

D'altra parte, le azioni cinesi sono crollate di oltre il 5% la settimana precedente, la peggiore degli ultimi due anni. In quest'ottica, l'incapacità di mettere in scena anche un modesto rimbalzo la settimana successiva è un segnale piuttosto inquietante.

L'inizio dell'anno è stato difficile per i tori della Cina. I titoli azionari sono in forte ritardo rispetto ai colleghi regionali e globali, il crollo dei rendimenti obbligazionari è stato allarmante e l'incertezza su una possibile guerra commerciale con gli Stati Uniti è profonda.

Secondo Goldman Sachs, le condizioni finanziarie in Cina sono le più rigide dallo scorso aprile. Nei mercati emergenti più in generale, sono le più rigide dal novembre 2023.

Anche gli ultimi dati sull'inflazione della Cina di giovedì non sono stati particolarmente incoraggianti. I prezzi al consumo e alla produzione per il mese di dicembre sono stati ampiamente in linea con le previsioni, consolidando l'opinione che le pressioni deflazionistiche non si attenueranno presto.

Gli economisti di Barclays hanno tagliato la loro già debole previsione di CPI per il 2025 allo 0,4% dallo 0,8%, e si aspettano che l'inflazione PPI rimanga in deflazione per tutto il 2025. Ciò segnerebbe più di tre anni di calo dei prezzi di fabbrica.

E la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente se l'amministrazione Trump in arrivo a Washington dovesse portare avanti le sue aggressive minacce tariffarie.

"Riteniamo che una nuova guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti avrebbe, nel complesso, un effetto deflazionistico, dato che la pressione al ribasso sulle esportazioni aggraverebbe i problemi di sovraccapacità in Cina", hanno avvertito.

Il calendario regionale è leggero venerdì, con gli ultimi dati sulla spesa delle famiglie giapponesi che con ogni probabilità movimenteranno i mercati. Gli investitori cercheranno i primi segnali che i recenti accordi salariali in Giappone - i più alti da decenni - stiano iniziando a sollevare la spesa dei consumatori.

La Banca del Giappone ha dichiarato giovedì che gli aumenti salariali si stanno diffondendo in tutto il Paese, suggerendo che le condizioni per un rialzo dei tassi di interesse a breve termine potrebbero essere presenti.

Ecco gli sviluppi chiave che potrebbero fornire una maggiore direzione ai mercati venerdì:

- Consumi delle famiglie in Giappone (novembre)

- Produzione industriale dell'India (novembre)

- Produzione industriale della Malesia (novembre)