TOKYO (awp/ats/ans) - La Daihatsu punta a riprendere tutte le attività nei suoi stabilimenti di assemblaggio in Giappone a partire dal 7 maggio, a quattro mesi dalla sospensione dell'intera produzione nazionale decisa in seguito allo scandalo sulla falsificazione dei test di sicurezza.

La casa auto conosciuta prevalentemente per le mini car - e controllata dalla Toyota - riavvierà la produzione nella fabbrica di Ikeda, nella prefettura di Osaka, l'ultimo dei suoi quattro stabilimenti in Giappone a rimanere fermo dopo la ripartenza nelle prefetture di Kyoto, Shiga e Oita.

La decisione è stata possibile grazie al via libera del ministero dei Trasporti nipponico che a marzo ha revocato il divieto di spedizione per gran parte dei modelli, confermando gli standard di sicurezza per i veicoli esaminati. In dicembre Daihatsu aveva ammesso di aver manipolato i dati nei test di sicurezza in fase di omologazione per numerosi modelli, a partire dal 1989, portando all'interruzione di tutte le spedizioni in patria e all'estero e lo stop delle attività nelle catene di montaggio domestiche.

Lunedì i vertici della casa auto hanno specificato che Toyota supervisionerà lo sviluppo e la gestione dei criteri di sicurezza per alcuni dei modelli della filiale, e le attività principali continueranno a concentrarsi sulla produzione di mini-veicoli.