NEW YORK (awp/ats/ans) - Elon Musk agita lo spettro della bancarotta per Twitter. Rivolgendosi con estrema schiettezza ai dipendenti della società che cinguetta, il miliardario non esclude la possibilità che il social non sopravviva alle difficoltà attuali se non inizierà a generare maggiore liquidità.

Se pronunciate da qualsiasi altro amministratore delegato queste parole avrebbero causato una tempesta. Ma Musk non è un Ceo qualunque e quindi dette da lui hanno un effetto meno dirompente. Chi lo conosce, anche fra i dipendenti delle sue altre società, sa che non è la prima volta che il miliardario sventola una possibile bancarotta.

Lo ha fatto diverse volte in casa Tesla e Space X e lo hanno talvolta per scherzo, in altri casi per motivare i dipendenti e in altri ancora per descrivere le difficili sfide da affrontare. Uno dei suoi tweet più famosi è proprio sulla bancarotta di Tesla: era il primo aprile del 2018 quando twittò come pesce di aprile che Tesla era scivolata "completamente e totalmente in bancarotta" nonostante gli sforzi "per raccogliere fondi, anche tramite un vendita di uova di Pasqua dell'ultimo minuto".

Nei mesi successivi tornò a pronunciare la 'B-word' nel corso di una conference call con gli analisti per la trimestrale del suo colosso delle auto elettriche: "dobbiamo agire senza sosta sui costi per produrre auto economiche e non fare bancarotta", disse. Per spiegare l'importanza della crescita per Tesla e la sua missione di produrre auto elettriche destinate al grande pubblico, nel 2020 precisò: "dobbiamo non andare in bancarotta ma neanche cercare di essere super redditizi".

Nel 2021 paventò l'ipotesi di fallimento anche per Space X incontrando i dipendenti. E più di recente lo ha ribadito nell'ambito del suo sostegno all'Ucraina finanziando l'accesso ai sistemi di comunicazione satellitari Starlink.

Insomma Musk vanta una lunga tradizione nell'uso della famigerata parola bancarotta, usata lo scorso maggio per illustrare ai dipendenti Tesla l'importanza del ritorno in ufficio dei manager dopo la pandemia. Per Twitter l'ipotesi fallimento è aleggiata da Musk proprio dopo aver imposto ai dipendenti di dire addio allo smart working e rientrare in ufficio almeno 40 ore alla settimana.

E si accompagna alla fuga di manager dalla piattaforma. Gli ultimi a lasciare in ordine temporale sono stati i responsabili della sicurezza e della privacy, lasciando un vuoto importante da colmare ma soprattutto confermando come le prime due settimane dell'era Musk a Twitter sono state di fuoco.

Le uscite più recenti alimentano i timori sulla sicurezza dei dati e sul rispetto delle regole sulla privacy alla luce della velocità con cui il miliardario sta lanciando nuovi prodotti. La Federal Trade Commission sta "seguendo gli sviluppi di Twitter con profonda preoccupazione". La società che cinguetta e l'autorità che tutela i consumatori hanno un accordo dal 2011 con il quale il social si è impegnato a proteggere meglio i dati degli utenti.

"Nessun amministratore delegato e nessuna azienda è al di sopra della legge. L'accordo che abbiamo ci concede tutti gli strumenti necessari ad assicurare che le regole vengano rispettate e siamo pronti a usarli", spiega la Ftc.

Fra le tante preoccupazioni per Twitter, al momento quella delle autorità americane e di possibili multe - che non ha escluso - non sembrano essere le maggiori per Musk che, dopo aver speso 44 miliardi di dollari, ha come obiettivo quello di rilanciare la società cercando di sconfiggere, come fatto con Tesla, tutte le cassandre che parlando di una 'mission impossible'.