WASHINGTON (awp/ats/ans) - Twitter non era l'isola di libertà imparziale che vantava di essere. Questo in sintesi quanto emerge dalla seconda parte dei "Twitter Files", pubblicati dal nuovo patron della piattaforma Elon Musk, che nei giorni scorsi aveva rivelato il blocco da parte del social, nella gestione a lui precedente, della storia del computer di Hunter Biden con mail potenzialmente compromettenti, pubblicata dal "New York Post" poche settimane prima delle elezioni del 2020.

Il patron di Tesla si affida alle analisi di Bari Weiss, ex giornalista del New York Times e del Wall Street Journal, ora direttrice di Free Press. "Una nuova indagine - scrive Weiss - rivela che i team dei dipendenti di Twitter costruivano blacklist, impedivano ai tweet sfavorevoli di diventare di tendenza e limitavano la visibilità di interi account o addirittura di argomenti di tendenza".

"Il tutto - prosegue il primo dei 30 post retwittati da Musk - in segreto, senza informare gli utenti". "Twitter una volta aveva la missione di "dare a tutti il potere di creare e condividere idee e informazioni istantaneamente'. Lungo la strada tuttavia sono state erette barriere", denuncia la giornalista, citando alcuni casi.

Tra questi account di orientamento conservatore come "Libs of TikTok" e persino professionisti del settore medico perplessi sui lockdown e sulle politiche ufficiali adottate dall'amministrazione Biden per contenere la pandemia di Covid-19, come il professore della Stanford University Jay Bhattacharya.

Bari punta il dito anche contro lo "shadow banning" (quando l'utente è oscurato a sua insaputa), noto tra gli ex dirigenti di Twitter come "visibility filtering" (il filtraggio della visibilità).