BELLINZONA (awp/ats) - Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha ricevuto i documenti di ex società di Credit Suisse (CS) riguardanti il caso chiamato Mozambico. Un ricorso sul tema della banca acquisita da UBS è stato respinto.
Nel settembre 2023, il MPC ha aperto un procedimento contro ignoti per sospetto riciclaggio di denaro nello scandalo dei prestiti al Mozambico. Si tratta di omissioni o azioni di collaboratori sconosciuti del gruppo Credit Suisse.
Il punto di partenza del caso è un versamento da 7,86 milioni di dollari americani (6,78 milioni di franchi al cambio attuale) su un conto di una delle società di Credit Suisse, si legge in una decisione della Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (TPF) pubblicata oggi. Il denaro, di presunta origine illecita, sarebbe stato versato al Ministero dell'economia e delle finanze del Mozambico.
Il MPC ha rifiutato di sigillare i documenti, come richiesto da CS. Il TPF conferma ora che non ci sono ragioni valide per farlo. Le banche devono infatti mettere a disposizioni le informazioni richieste per sostenere la giustizia nei casi di riciclaggio di denaro.
Il caso del Mozambico riguarda crediti accordati allo Stato africano da Credit Suisse una decina di anni fa, all'insaputa del parlamento locale e del Fondo monetario internazionale. Il denaro serviva ufficialmente alla costruzione di una flotta navale per la pesca al tonno, ma in realtà ingenti somme sarebbero state pagate a funzionari corrotti.
Lo scandalo ha trascinato il Paese africano in una profonda crisi finanziaria, la peggiore dalla sua indipendenza nel 1975.
L'anno scorso, UBS ha trovato una soluzione extragiudiziale nel caso che lo opponeva allo Stato del Mozambico.
(decisioneBB.2024.99-101 del 24.9.2024)