ZURIGO (awp/ats) - Un tribunale di Mosca ha vietato alle filiali russe di UBS e della sua controllata Credit Suisse (CS) di disporre liberamente del loro capitale azionario. Le misure provvisorie imposte impediscono specificamente ai due istituti di vendere i propri titoli, si legge nella sentenza, della quale l'agenzia finanziaria AWP ha ottenuto una copia.
Il provvedimento, riportato inizialmente ieri sera dalla Reuters, fa seguito a una richiesta della banca Zenit, che temeva la cessazione delle attività in Russia da parte dei due giganti elvetici. Un ritiro che le avrebbe causato delle perdite, rendendo infatti impossibile far valere i propri diritti di creditore in relazione a un prestito concesso nel 2021 a un'azienda agricola lussemburghese, legata a CS.
Il tribunale moscovita non ha però accolto una seconda rivendicazione della banca russa, che chiedeva anche di sequestrare patrimoni appartenenti a CS per 1,26 miliardi di rubli (circa 12 milioni di franchi al cambio attuale). La motivazione di questo rifiuto è che Zenit non ha fornito argomentazioni sufficienti per giustificare la misura.
UBS non ha voluto commentare la notizia. Stando a quanto riporta la Reuters, un'ulteriore udienza in tribunale è prevista per il prossimo 14 di settembre.