PARIGI (awp/ats/afp) - La procura ha chiesto la multa massima di 225'000 euro nei confronti della filiale francese di UBS, sotto processo davanti al Tribunale penale di Parigi per aver esercitato tra il 2008 e il 2010 pressioni inappropriate su due dirigenti che sono diventati allertatori civici (whistleblower), puntando il dito su pratiche illegali dell'istituto in materia di aiuto all'evasione fiscale.
La difesa della filiale francese della grande banca, che è stata assorbita da UBS Europe nel 2023, ha invece chiesto l'assoluzione. La sentenza è prevista per il 10 marzo 2025.
Parallelamente a questo procedimento, durato più di 15 anni, UBS SA e la sua filiale francese sono state condannate per aver messo in piedi un massiccio sistema di evasione fiscale verso la Svizzera tra il 2004 e il 2012. La procuratrice ha sottolineato il rifiuto della banca nel "collegare" i due casi, nonostante fossero "un tutt'uno".
A suo avviso, la direttrice del marketing Stéphanie Gibaud e il responsabile delle revisioni interne Nicolas Forissier, poi licenziati, avrebbero effettivamente subito pressioni per censurare tra l'altro i verbali delle riunioni a cui avevano partecipato. Sarebbero inoltre state loro negate promozioni. Con le loro affermazioni i due bancari avevano messo in moto l'indagine sulle pratiche di UBS nell'esagono.
Nel processo iniziato il 3 dicembre l'istituto è accusato di "harcèlement moral", cioè - in base al Codice penale francese - di molestie che peggiorano le condizioni di vita o di lavoro, nonché - nel caso della Gibaud - di intralcio del comité d'hygiène, de sécurité et des conditions de travail (CHSCT, un'organizzazione di rappresentanza del personale presente negli stabilimenti con almeno 50 dipendenti) e nel caso di Forissier di corruzione di testimone.