FRANCOFORTE (Reuters) - Nell'ottica di una possibile invasione russa in Ucraina UniCredit si è tirata indietro da una potenziale acquisizione nella Federazione e l'austriaca Raiffeisen Bank International ha stanziato accantonamenti per proteggersi dal rischio di sanzioni nei confronti di Mosca.

Ciò che gli istituti di credito della regione ora temono di più è che la Russia venga esclusa da un sistema di pagamento ampiamente utilizzato, hanno detto a Reuters alcuni banchieri, uno dei quali ha descritto la mossa come una "bomba atomica" per l'industria perché impedirebbe il rimborso dei debiti.

Ecco cosa c'è in gioco per le banche europee, dato che la crisi non mostra segni di cedimento:

LE BANCHE DI QUALI PAESI SONO PIÙ ESPOSTE ALLA RUSSIA?

Gli istituti di credito di Italia, Francia e Austria sono i finanziatori internazionali più esposti alla Russia. Nel terzo trimestre le banche italiane e francesi avevano ciascuna crediti in sospeso con il Paese per un totale di circa 25 miliardi di dollari, secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali (Bis). Il totale del credito degli istituti austriaci è invece di 17,5 miliardi di dollari. Quello degli Stati Uniti si ferma a 14,7 miliardi.

QUALI BANCHE SONO PIÙ ESPOSTE?

Le banche europee con filiali in Russia sono quelle più a rischio di incorrere in sanzioni, secondo ricerche condotte da JPMorgan. Lo studio della banca d'investimento ha indicato che alcuni istitui, tra cui UniCredit, Rbi, la francese Societe Generale, e l'olandese Ing hanno una notevole esposizione alla Russia.

Rbi ha detto che la sua esposizione risulta gestibile, mentre Ing ha affermato di essere ben preparata. Societe Generale ha comunicato che monitora molto da vicino gli sviluppi e che è fiduciosa in merito all'attività in Russia. UniCredit non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

QUALI SANZIONI SONO ATTUALMENTE IN VIGORE?

In risposta all'annessione della Crimea da parte della Russia, nel 2014 e negli anni successivi gli Stati Uniti e l'Unione europea hanno imposto sanzioni che hanno portato alla creazione di una blacklist di individui, hanno cercato di limitare l'accesso delle istituzioni finanziarie statali della Russia ai mercati dei capitali occidentali, hanno imposto veti sul commercio di armi e altre restrizioni al commercio di prodotti tech, oltre a quelle che riguardano il comparto petrolifero.  

Da allora l'esposizione delle banche straniere alla Russia si è più che dimezzata, secondo i dati della Bri

DI QUALI NUOVE SANZIONI SI PARLA?

Le banche europee stanno esaminando attentamente le norme statunitensi che regolano le sanzioni nei confronti della Russia. Nel nuovo disegno di legge del Senato vengono presi di mira i più importanti istituti di credito e il debito sovrano russi. 

Nel frattempo in Europa, i negoziatori dicono di essere pronti a imporre sanzioni economiche "massicce" alla Russia se invadesse l'Ucraina, ma secondo funzionari e diplomatici l'effettiva realizzazione della minaccia avanzata dai negoziatori dipenderà dagli sviluppi dei colloqui tra i 27 Stati membri e che sono lontani dall'essere completati. I negoziati si svolgono in forma segreta.

Oltre ad allargare la cerchia delle istituzioni finanziarie russe che verrebbero colpite, le misure includeranno molto probabilmente gli sforzi per impedire al settore energetico russo di espandersi, così come la creazione di una blacklist di individui e aziende alleati del presidente Vladimir Putin, secondo Paul Feldberg, partner del gruppo di indagine, conformità e difesa di Jenner & Block.

"È probabile che vedremo molti più individui ed entità coinvolti di quanto mai accaduto prima", ha detto Feldberg.

COSA TEMONO MAGGIORMENTE I LEADER EUROPEI?

Una delle principali preoccupazioni è che la Russia venga esclusa dal sistema di pagamento globale Swift, che gestisce i trasferimenti finanziari internazionali ed è utilizzato da oltre 11.000 istituzioni finanziarie in oltre 200 Paesi. Esiste un precedente del genere: l'Iran è stato escluso un decennio fa.

Jan Pieter Krahnen, esperto di finanza dell'Università Goethe di Francoforte e consulente del ministero delle Finanze tedesco, ha detto che le conseguenze a breve termine di un'esclusione sono per ora opache e potrebbero ritorcersi contro l'Occidente. Nel lungo periodo la mossa potrebbe portare alla costruzione di un circuito parallelo che sarebbe "una perdita per il sistema globale, oltre a facilitare i conflitti in futuro con l'eliminazione dei costi opportunità".

Heinrich Steinhauer, che rappresenta l'istituto di credito tedesco Helaba a Mosca, ha detto che una mossa del genere equivarrebbe a un gigantesco programma di condono del debito vietando di effettuare i pagamenti e lo ha descritto come una "sorta di bomba atomica". "Per molti sarebbe una catastrofe. Per molti nell'Unione europea e in Russia e meno per gli Stati Uniti perché i legami economici sono minori", ha affermato.

QUALI ALTRE OPZIONI POSSIBILI?

Anche le istituzioni finanziarie coinvolte in swap, futures, forward e altri derivati che effettuano scambi con le controparti russe potrebbero essere soggette alle norme sulle sanzioni, secondo Jonathan Moss, partner dello studio legale Dwf.

Uno stop al trading di obbligazioni russe nel mercato secondario significherebbe che i detentori di bond russi potrebbero essere costretti a vendere, ha detto Moss.

Le banche europee si oppongono all'idea di includere le obbligazioni russe in un pacchetto di sanzioni, ha detto una persona con conoscenza diretta della posizione.

QUALI INIZIATIVE HANNO INTRAPRESO FINORA LE BANCHE EUROPEE?

La scorsa settimana Rbi ha detto di aver stanziato 115 milioni di euro di accantonamenti per possibili sanzioni alla Russia, sottolineando i rischi per gli istituti europei con l'aumento delle tensioni.

Alla fine di gennaio UniCredit ha rinunciato a una potenziale offerta https://www.reuters.com/world/europe/unicredit-beats-2021-guidance-despite-q4-loss-2022-01-28 per la banca russa Otkritie a controllo statale a causa della crisi in ucraina.

L'olandese Ing ha rivelato la settimana scorsa di avere 4,7 miliardi di euro di esposizioni in Russia, ma solo il 25% circa è onshore. Il Ceo dell'azienda https://ing.nepgroup-webinars.com/watch_ondemand/gYrQ_0gr3Sgha affermato che la banca ha intenzione di rimanere in Russia e che in caso di nuove sanzioni agirà di conseguenza. 

(Tradotto da Michela Piersimoni, editing Stefano Bernabei)