FRANCOFORTE (Reuters) - Le aspettative di ulteriori laute remunerazioni da parte delle banche della zona euro a fronte della spinta che gli utili stanno ricevendo da tassi in risalita rischiano di essere disattese, poiché le autorità di vigilanza sono concentrate sui rischi di stagflazione e invitano gli istituti alla prudenza, hanno detto fonti a Reuters.

Banche come UniCredit o Societe Generale stanno tenendo fede a promesse di sostanziosi payout che includono riacquisti di azioni, dopo aver registrato utili in crescita quest'anno grazie ai piu' alti tassi di interesse e da un boom del trading dopo oltre un decennio di rendimenti perlopiù magri.

Ma con la zona euro ormai avviata verso la recessione e le autorità di vigilanza che invitano alla cautela, l'anno prossimo sarà probabilmente più difficile per i banchieri ricompensare gli azionisti con la stessa generosità, dato che le riserve di capitale potrebbero essere più ridotte di quanto si aspettino ora, hanno detto tre fonti della vigilanza.

I dati pregressi infatti non includono pressioni inflative dal momento che il fenomeno e' solo recente e questo rende meno efficaci i modelli che le banche usano per calibrare i rischi.

La dialettica e' particolarmente accesa in un momento in cui le banche si sono viste cambiare retroattivamente le condizioni dei prestiti Tltro, privando i margini di interesse di potenziale upside, e l'insofferenza verso lo zelo del regolatore europeo cresce.

Il Cfo di Deutsche Bank, James von Moltke, ha detto oggi che la Bce e le altre istituzioni "dovrebbero passare a sostenere le banche per aiutare l'economia piuttosto che fare l'opposto."

Un portavoce della Bce non ha commentato.

Morgan Stanley stima che le banche dell'area dell'euro pagheranno 40 miliardi di euro in dividendi per il 2022 più altri 60 miliardi di euro in riacquisti di azioni tra quest'anno e il prossimo - un ritorno fuori misura rispetto agli standard recenti.

Ma le prospettive per i pagamenti futuri si stanno già affievolendo.

Intesa Sanpaolo, sempre solerte nell'anticipare i desiderata del regolatore, ha rinviato almeno fino all'appprovazione del bilancio 2022 la seconda tranche di un riacquisto di azioni proprie da 3,4 miliardi di euro approvato per intero dalla Bce a giugno, specificando da ultimo di voler vedere quanto sarà grave la recessione in Italia.

"Non è una buona idea distribuire capitale durante una recessione", ha detto la scorsa settimana l'AD Carlo Messina agli analisti.

E nella giornata di oggi la banca centrale svedese ha invitato gli istituti di credito del Paese "ad essere restrittivi per quanto riguarda il pagamento di dividendi e l'acquisto di azioni proprie"

Quest'anno, la Bce ha dato il via libera a tutti i riacquisti che sono stati presentati per l'approvazione, compresi quelli di UniCredit, Societe Generale e Ing, ha detto una delle fonti.

Questo è stato un gradito sollievo per gli azionisti che ancora soffrivano per il divieto de-facto di pagamento al culmine della pandemia nel 2020.

Alcuni banchieri ritengono però che il processo di approvazione dei buyback da parte della Bce sia troppo oneroso, hanno detto fonti del settore.

Ma il capo della vigilanza Bce Andrea Enria, ha anche invitato le banche ad essere prudenti in futuro e di tenere conto del rischio di recessione quando pianificano la distribuzione di dividendi.

"C'è una preoccupante dissonanza tra queste aspettative positive e la combinazione unica di rischi che stiamo affrontando", ha detto questa settimana Enria.

I banchieri hanno reagito, confortati da riserve di capitale molto più consistenti rispetto al periodo della crisi finanziaria e da un previsto aumento dei ricavi derivante dall'incremento dei tassi di interesse.

Dopo aver fissato un valore assoluto per la remunerazione degli azionisti nell'ambito del piano al 2024, sfidando la preferenza della Bce per payout espressi come quota degli utili, l'amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, si è spinto a promettere che intende replicare nel 2023 l'obiettivo di distribuire 3,75 miliardi di euro come fatto quest'anno.

Ma alcuni analisti ritengono che la realtà economica, a prescindere da qualsiasi richiesta delle autorità di vigilanza, potrebbe far cambiare idea ai banchieri.

"Con l'economia che sta entrando in recessione, il tempo per i corposi dividendi bancari è finito", ha detto Marco Troiano, amministratore delegato di Scope Ratings. "L'esaurimento dei buffer di capitale indebolirebbe le banche"

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Valentina Za)