Reduce da una sfilza di scandali e una perdita trimestrale di 2,2 miliardi di dollari, la seconda banca svizzera ha avvertito che costi di ristrutturazione e compensazione peseranno ancora sul 2022.

Gottstein si è detto tuttavia convinto che la scelta di concentrarsi ancora di più sulla gestione patrimoniale darà i suoi frutti nel lungo periodo.

Rispondendo alle voci di mercato secondo cui il crollo del prezzo delle azioni espone la banca a un'acquisizione, Gottstein ha detto di ritenere che il gruppo sia significativamente sottovalutato.

Nella girandola di nomi sulle rivali potenzialmente interessate al gruppo elvetico sul mercato ci sono anche le italiane UniCredit e Intesa Sanpaolo.

"Che questo inneschi fantasie di un takeover non è nuovo né sorprendente. La banca è così sottovalutata che avremmo dovuto avere un'offerta sul tavolo da tempo".

"Prima di tutto, acquisire una banca che ha rilevanza sistemica non è facile. E per di più Credit Suisse, con i suoi 165 anni di storia, ha molti punti di forza che risvegliano l'interesse dei rivali. Ma vogliamo giocarci quei punti di forza da soli, sul piano interno e quello internazionale", ha aggiunto.