(Alliance News) - Le banche italiane affrontano la politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea con due priorità: posizionarsi nel risiko bancario, dominato dall'OPS di UniCredit Spa su Banco BPM Spa, e compensare il calo del margine di interesse causato dai tassi in ribasso, puntando sul risparmio gestito.

Come scrive Milano Finanza venerdì, Mirko Sanna di S&P Global Ratings prevede fondamentali solidi e bilanci puliti per gli istituti italiani, nonostante i rating limitati dal sovrano.

La profittabilità dovrebbe rimanere elevata, con un ROE medio oltre il 14%, ma si attende un lieve peggioramento della qualità del credito, soprattutto per le PMI, senza impatti significativi.

Il sistema bancario si sta polarizzando tra grandi gruppi strutturati - con forte digitalizzazione e bancassurance - e fintech, con meno spazio per i player intermedi come Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, BPER Banca Spa e Banca Popolare di Sondrio Spa.

Il secondo driver sarà la trasformazione del risparmio in investimenti. Intesa Sanpaolo Spa guida con EUR1.500 miliardi di asset mentre un eventuale successo dell'operazione UniCredit-BPM-Anima Holding Spa porterebbe il nuovo gigante a EUR1.200 miliardi.

Con i tassi in calo, le commissioni del wealth management aumenteranno, spingendo i clienti dal deposito al risparmio gestito.

S&P stima un calo del margine di interesse del 6-7%, superiore alle previsioni delle banche, e prevede un possibile aumento del costo del rischio. Tuttavia, gli istituti con una forte componente di gestito potranno meglio fronteggiare la flessione dei margini grazie alla diversificazione delle entrate.

Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter

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