ROMA (MF-DJ)--"La banca è uscita da un periodo oscuro e questo dovrebbe spianare la strada a qualsiasi operazione in futuro la banca dovesse intraprendere. Dopo anni difficili siamo nella posizione di scegliere e di poter raggiungere il nostro porto sicuro". Durante la conference call con gli analisti per la presentazione dei risultati 2022, l'ad di Mps, Luigi Lovaglio, non nasconde la soddisfazione per essere riuscito, in un anno di mandato, a portare la banca senese fuori dai guai e a indirizzarla su un percorso di redditività che dovrebbe vedere i suoi frutti già nel 2023 con un utile vicino ai 700 mln, in anticipo rispetto a quanto fissato nel piano per il 2024.

Certo, nel 2022 Mps è tornata a un bilancio in rosso: la perdita netta si è attestata a 205 mln. Ma il risultato è da imputare ai costi di ristrutturazione che hanno portato all'uscita di oltre 4.100 lavoratori con un esborso di 925 mln. Al netto dei costi una tantum per gli esodi di personale, l'esercizio si sarebbe chiuso con un utile di 720 milioni. La ristrutturazione sul fronte del personale inizierà a portare benefici già da quest'anno con risparmi pari a 300 milioni di euro. Il risultato dell'esercizio, che sconta anche 180 milioni di contributi al Fitd e al Fondo di risoluzione unico, ha invece beneficiato per 425 milioni della rivalutazione delle attivitá fiscali differite (dta), alla luce del miglioramento delle prospettive reddituali della banca.

I ricavi sono stati pari a 3,088 miliardi, in aumento del 3,6% sul 2021, grazie al balzo del 26% del margine di interesse, spinto dal rialzo dei tassi, che ha compensato il calo delle commissioni (-8%), penalizzate dalla volatilitá dei mercati, e il risultato inferiore al 2021 dell'attivitá di trading e dei proventi da partecipazioni.

Lo stock dei crediti deteriorati lordi si è attestato a 3,3 miliardi di

euro, in calo di circa il 20% a/a, grazie alla cessione di un portafoglio

di 0,9 miliardi di euro e alla continua gestione proattiva delle posizioni che ha portato a un Npe ratio lordo al 4,2% (4,9% nel 2021) e a un Npe ratio netto al 2,2% (2,6% nel 2021). Da registrare anche l'incremento della copertura complessiva dei crediti deteriorati al 48,1%. In netto miglioramento la solidità patrimoniale: il cet 1 ratio fully loaded è arrivato al 15,6% (11% nel 2021), grazie all'aumento di capitale, alla riduzione di rwa e all'utile generato dalla banca.

Ma è sul 4* trimestre che si concentra Lovaglio per mettere l'accento sul nuovo corso della banca. "Oggi è esattamente un anno da quando mi sono seduto in prima linea" nella gestione del Monte, "non avrei mai pensato che mi sarei trovato qui, dopo solo 7 mesi, a parlare di un 4* trimestre con utile di 156 milioni", ha spiegato il manager. Per B.Mps, il quarto trimestre 2022 rappresenta "un punto di svolta nel viaggio disciplinato verso l'esecuzione del piano industriale". I ricavi hanno registrato un aumento del 15,6% rispetto al trimestre precedente, spinti ancora una volta dal margine di interesse (+31,4%), che ha più che assorbito il calo delle commissioni nette (-5,6%).

Le parole di Lovaglio sembrano contenere un doppio messaggio: uno all'azionista di riferimento con il 64,2%, il Mef, che entro la fine di marzo dovrá presentare la lista per il rinnovo del cda. La presidente Patrizia Grieco ha già fatto un passo indietro dicendo di non essere disponibile per un nuovo mandato. L'incarico di Lovaglio finora non è stato messo in discussione. I due colpi messi a segno negli ultimi mesi, la ricapitalizzazione e il piano di uscite volontarie, e i numeri presentati oggi con prospettive positive sull'anno dovrebbero rendere la sua poltrona ancora più salda.

L'altro messaggio sembra rivolto ai potenziali compratori. La scorsa settimana gli ad dei due possibili pretendenti, Unicredit e Banco Bpm, hanno riconosciuto il positivo lavoro svolto fin qui da Lovaglio, ma hanno continuato a negare un interesse per il dossier Mps. Unicredit perchè sostiene di volersi concentrare solo sullo sviluppo del proprio potenziale e Banco Bpm perché sarebbe troppo piccola per un boccone come Mps. In realtà, per riavviare una trattativa con una delle due banche, manca ancora un tassello fondamentale: il responsabile del Tesoro che dovrà occuparsi di questa partita. Sostituito Alessandro Rivera, sgradito alla premier Giorgia Meloni proprio per la gestione dell'affaire Mps, il compito di seguire la partita non dovrebbe spettare al nuovo dg Riccardo Barbieri, ma a un altro dirigente: in pole c'è Antonino Turicchi, a cui il ministro Giancarlo Giorgetti (d'intesa con la premier) vorrebbe affidare un pezzo del Dipartimento del Tesoro che seguirebbe le società a partecipazione statale, tra cui le banche.

Intanto Lovaglio si sente forte dei risultati portati a casa. "La struttura dello stato patrimoniale di Mps è solido", la banca è "migliorata dal punto di vista strutturale. E' una situazione ideale da tutti i punti di vista". Il Cet1 ratio al 15,6% non è solo il risultato dell'aumento di capitale, ma "dimostra la capacitá della banca di generare capitale. E' il risultato di un approccio molto rigido e disciplinato. Manterremo questa capacitá per tutto l'arco del piano". Mps è impegnata "a raggiungere gli obiettivi, vogliamo procedere velocemente verso la destinazione finale", ha assicurato il ceo di Rocca Salimbeni.

Insomma, la banca "non va più considerata un problema sistemico, ma un vero asset di valore per il Paese".

Non sembra preoccupare neanche la questione dei contenziosi, nè la nuova richiesta danni da 700 mln arrivata a gennaio. "Queste richieste arrivano puntualmente prima della presentazione dei dati e della preparazione definitiva dei nostri bilanci. Come ho già detto più volte ritengo che la banca abbia affrontato in maniera adeguata questo tipo di

richieste e riteniamo che sotto il profilo patrimoniale sia in grado di

gestire questo tipo di rischio", ha puntualizzato Lovaglio ricordando che

a gennaio e febbraio ci sono state anche due sentenze "positive" che, anche se "non sono significative per l'ammontare", sono però "importanti perché dimostrano cosa pensano i tribunali di questa storia". Gran parte delle richieste stragiudiziali, ha spiegato il banchiere, sono "senza documentazione, legittimitá e nesso causale e sono promosse dalla stessa societá consulenza per investitori istituzionali". L'ultima richiesta di danni, sia in sede giudiziale che extragiudiziale, porta il totale a circa 4,1 miliardi di euro, a fronte del 4 miliardi di euro al 30 settembre 2022 e ai 3,4 miliardi di fine 2022. "Abbiamo avuto evidenze chiare di quello che ha fatto la banca negli anni passati e in particolare sulle informazioni finanziarie sui crediti deteriorati e le sentenze hanno dimostrato che la banca si è comportata in maniera corretta", ha sottolineato l'ad. La scusa che comprare Mps non sia un buon affare potrebbe non reggere più.

A Piazza Affari il titolo, che era ai massimi da dopo l'aumento, ha concluso la seduta in flessione del 3,1% a 2,31 euro.

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valeria.santoro@mfdowjones.it

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0818:00 feb 2023


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February 08, 2023 12:00 ET (17:00 GMT)