MILANO (MF-DJ)--Vendite in Borsa su Unicredit (-0,97% a 11,42 euro) e B.Mps (-2,71% a 1,043 euro) dopo che Unicredit e il Ministero dell'Economia e delle Finanze hanno reso nota l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Mps.

"A questo punto, non è chiaro come il Governo possa privatizzare Mps entro la fine dell'anno, come da impegni con le autoritá europee.

Consideriamo probabile che possa chiedere un'estensione della scadenza e implementare il piano di capitale di Mps, che prevede un aumento da 2,5 mld, il prima possibile", commentano gli analisti di Intesa Sanpaolo.

Quanto a Unicredit, gli esperti si attendono che presenti il suo piano industriale a novembre su base standalone; "la nostra valutazione di 12 euro per azione non incorpora alcun beneficio da un deal con Mps e quindi non è penalizzata dalla fine delle negoziazioni. Ad ogni modo, l'acquisizione di Mps alle condizioni indicate a luglio (neutralitá di capitale e incremento dell'Eps a doppia cifra) sarebbe stata positiva per Unicredit".

Gli analisti ritengono che a questo punto le chance di un'offerta su Banco Bpm (+3,15% a 3,048 euro) da parte di Unicredit siano aumentate e un'operazione "avrebbe senso industriale e potrebbe generare benefici di capitale se la trasformazione delle Dta in crediti fiscali è confermata per il 2022". Su Unicredit il rating è buy, su Mps hold.

Secondo quanto riportato da diverse fonti di stampa, commenta Equita, l'esito negativo delle trattative tra il MEF e Unicredit sarebbe dovuto all'eccessiva distanza sui termini dell'aumento di capitale, oltre che a divergenze sul perimetro di Mps da far confluire in Unicredit e sugli esuberi del personale.

"Qualsiasi soluzione alternativa, almeno nel breve, sembra al momento molto complicata", commentano gli esperti, sottolineando che a questo punto diventerebbe inevitabile la richiesta di proroga sui tempi dell'uscita dello Stato dal capitale di Mps ad oggi fissata a fine 2021, oltre che a procedere con un'operazione di rafforzamento patrimoniale (le cui modalitá di esecuzione - da concordare con DG Comp - rimangono un punto di incertezza) che permetta di 'comprare tempo' per valutare nuove alternative.

Il capital plan standalone di B.Mps, inviato alla Bce lo scorso gennaio, prevede ad oggi un rafforzamento patrimoniale di 2,5 mld, dimensione definita dal management 'coerente' con i risultati dello stress test di luglio, sebbene alcune indiscrezioni di stampa riferiscano di una richiesta da parte della Bce salita a 3 mld. Secondo quanto ipotizzato da altre fonti di stampa, prosegue Equita, Banco Bpm sarebbe tra i soggetti che potrebbero sedersi al tavolo per B.Mps (vengono citati anche Bper, oltre ad alcuni istituti esteri come Bnp, Credit Agricole, BBVA).

"Sebbene non escludiamo che alcuni istituti possano avere interesse per acquisire determinati asset di B.Mps", aggiunge Equita, "riteniamo improbabile l'eventualitá che considerino individualmente un perimetro analogo a quello oggetto delle trattative con Unicredit. L'ipotesi 'spezzatino' di B.Mps tornerebbe quindi sul tavolo, sebbene la giudichiamo complessa sia tecnicamente che dal punto di vista politico.

Riteniamo che l`esito negativo delle trattative con il Tesoro possa portare a una leggera reazione negativa su Unicredit nel breve termine, anche se giudichiamo favorevolmente la disciplina del management nel non voler perseguire a tutti i costi un deal che, se non perfezionato sulla base delle condizioni definite a luglio, avrebbe potuto alimentare dubbi" sul rischio di esecuzione e sugli effetti positivi a livello di Eps.

"Nonostante l`incertezza in merito a una soluzione alternativa per B.Mps, riteniamo che il fallimento dei negoziati tra Unicredit e il MEF su Mps e la possibile estensione al 2022 della norma sulle Dta aumentino l'appeal speculativo su Banco Bpm per un possibile M&A con Unicredit", concludono gli analisti.

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October 25, 2021 05:01 ET (09:01 GMT)