(Alliance News) - L'OPS di UniCredit Spa su Banco BPM Spa per EUR10,1 miliardi ha attirato una forte reazione politica, con il governo Meloni che ha minacciato di usare il Golden Power per bloccare l'operazione considerata "non concordata".
Come sottolinea Milano Finanza, la mossa di UniCredit, guidata da Andrea Orcel, mira a espandere la base di ricavi attraverso l'acquisizione di asset gestiti e flussi commissionali, cruciali in un contesto di bassi tassi d'interesse.
Tuttavia, l'operazione è osteggiata per il suo impatto su progetti strategici nazionali, come il consolidamento tra Banco BPM e Banca Monte dei Paschi di Siena Spa, su cui il governo puntava per creare un "terzo polo" bancario italiano.
Il panorama europeo è segnato da tensioni tra il libero mercato e il crescente interventismo statale, con operazioni simili frenate anche in Germania e Spagna. La fusione UniCredit-Banco BPM potrebbe essere sbloccata solo tramite concessioni significative al governo, come la garanzia sulla sede legale, i livelli occupazionali e la gestione dei risparmi in Italia.
Parallelamente, il governo potrebbe reagire rafforzando la partnership Banco BPM-Montepaschi o con contromosse strategiche come un'integrazione con Crédit Agricole. Il risultato dell'operazione dipenderà comunque dal dialogo tra UniCredit e l'esecutivo italiano.
Di Giuseppe Fabio Ciccomascolo, Alliance News senior reporter
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