MILANO (MF-DJ)--L'oligarca di Mosca Vladimir Potanin, dopo l'acquisto di Rosbank da Societé Generale non ha in programma ulteriori acquisizioni nel settore bancario russo e - stando alle sue parole - ha rifiutato la proposta di acquistare il ramo russo di Unicredit. Lo ha affermato lo stesso Potanin parlando all'agenzia di stampa Interfax.

"Non stiamo pianificando ulteriori acquisizioni nel settore bancario", ha affermato Potanin. "Ci concentreremo su Rosbank e sul miglioramento del suo portafoglio, della tecnologia, dell'attenzione al cliente e della sostenibilità".

Non va dimenticato che nelle scorse settimane Potanin - che ha eluso le sanzioni statunitense ed europee che hanno colpito uomini russi considerati vicini al Cremlino - ha acquisito anche il 35% di Tcs Group Holding, società fondata dall'uomo d'affari russo Oleg Tinkov.

L'operazione è stata fatta tramite Interros Holding. Potanin non ha detto quanto ha pagato per la partecipazione in Tcs, ma il prezzo delle azioni di quest'ultimo è crollato da quando la Russia ha invaso l'Ucraina a febbraio.

L'oligarca russo ha un patrimonio netto di 26 miliardi di dollari, presenza di spicco nell'esecutivo dell'ex presidente Boris Eltsin, proprietario di un terzo della Norilsk Nichel, azienda leader mondiale nella produzione di nichel d'alta qualitá.

Il conglomerato russo controllato dall'oligarca detiene quote importanti in miniere, metalli, energia, finanza, vendita al dettaglio, immobili e altri settori e le cronache lo indicano come una persona vicina a Vladimir Putin che con questa mossa inizia a rafforzare la presa sulle istituzioni finanziarie del Paese. Tra gli altri investimenti di Interros, va ricordato, c'è la partecipazione nella società di metalli Norilsk Nickel, per cui Potanin aveva combattuto a lungo per il controllo.

A facilitare l'acquisto di RosBank il fatto che non fosse nella

lista nera delle sanzionate né esclusa dal circuito Swift e il fatto che

Potanin fosse un azionista storico dell'istituto.

Va ricordato che tra le strade al vaglio di Unicredit per "sistemare" gli asset russi c'è anche la cessione della controllata Ao Unicredit.

Ci sono stati già alcuni colloqui informali nei giorni scorsi con più soggetti che potrebbero essere interessati all'acquisto dell'asset. Le interlocuzioni tuttavia non hanno ancora trovato uno sbocco definitivo anche a causa del contesto incerto e delle sanzioni che non solo complicano trattative di questa natura ma mettono fuori gioco soggetti potenzialmente interessati.

Gli altri scenari possibili sono la nazionalizzazione (via che il

Governo non sta perseguendo al momento e che sembra complicata se non

improbabile), uno swap di attività o la chiusura dell'attività, scenario al momento da escludere viste le conseguenze finanziarie e sociali che comporterebbe.

Unicredit intende monetizzare il più possibile dalla vendita degli asset russi e non sembrerebbe intenzionata a trattare con personaggi 'border line' e comunque in qualche modo riconducibili a Putin. Nei giorni scorsi il FT riporta di una proposta dello stesso Potanin a Unicredit rispedita al mittente.

claudia.cervini@mfdowjones.it

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1915:48 mag 2022


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