ROMA (MF-DJ)--Unicredit riprende l'attività di pulizia dell'attivo e prepara una nuova cessione di crediti deteriorati che potrebbe concretizzarsi entro il mese di gennaio.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, a breve il gruppo guidato da Andrea Orcel cederà un portafoglio misto dal valore compreso tra 900 milioni e un miliardo di euro. Lo stock (il cui importo lordo sarebbe sceso rispetto alle previsioni iniziali di 1,5 miliardi) comprenderebbe sia sofferenze che unlikely to pay e sarebbe finito nel mirino dei principali operatori del settore, tra cui Prelios, Dovalue e Intrum.
Nel perimetro rientrano parte di quei crediti leasing che la banca non era riuscita a cedere lo scorso anno. Nella prima metà del 2022 infatti Unicredit aveva messo sul mercato la controllata attiva nel leasing con l'obiettivo di cederne il controllo a uno o più soggetti. Il deterioramento del quadro economico ha però ostacolato il progetto e le offerte raccolte sono risultate al di sotto delle aspettative.
Secondo fonti vicine al dossier, la cessione potrebbe essere annunciata in tempi brevi anche perché il portafoglio è ormai sul mercato già da diversi mesi e diversi potenziali compratori hanno già avuto modo di analizzarlo. Di sicuro la dismissione sarebbe coerente con la strategia del gruppo, che nel piano presentato alla fine del 2021 ha previsto al 2024 un rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale crediti lordi in miglioramento al 3,5% e un npe ratio netto stabile all'1,8%.
UniCredit S.p.A. figura tra i primi gruppi bancari europei. Il fatturato per attività è ripartito come segue:
- banca d'affari, investimento, finanziamento e merchant bank (53,7%): leasing, factoring, realizzazione di operazioni su titoli, interventi sui mercati dei tassi, dei cambi, azionari e di prodotti derivati, brokeraggio, ecc.;
- banca al dettaglio (46,3%).
A fine 2022 il gruppo gestisce 511,9 Mld EUR di depositi e 524,9 Mld EUR di crediti.
La commercializzazione dei prodotti e servizi è garantita da una rete di 3.175 agenzie localizzate principalmente in Italia (2.986).
La ripartizione geografica dei ricavi (prima delle elisioni infragruppo) è la seguente: Italia (43,5%), Germania (24,3%), Europa centrale (16,6%), Est Europa (9,6%) e Russia (6%).