ROMA (MF-DJ)--Dodici analisti di banche d'affari, un coro di buy su Unicredit prima dei conti del quarto trimestre e del 2022 che saranno resi noti martedì 31 gennaio. Kwb, Berenberg, Goldman Sachs, Kepler Cheuvreux, Jefferies, BofA, Citi, Ubs, Credit Suisse, JP Morgan, Exane Bnp Paribas e Mediobanca Securities hanno tutti scritto note in cui la banca guidata dall'amministratore delegato Andrea Orcel viene vista in generale fra le migliori opportunità d'investimento in Europa. Il titolo, intanto, è salito del 18% a 15,84 euro da inizio anno portandosi a 15,84 euro, ovvero il livello in cui si trovava il 10 febbraio 2022, prima che scoppiasse la guerra in Ucraina a seguito dell'invasione di Putin che ha fatto cadere Unicredit a maggio ai minimi di 8,2 euro per il peso delle attività in Russia. Adesso, però, quanto spazio ha ancora per correre il titolo, dal momento che ha ripreso i livelli pre-guerra? Gli analisti, scrive MF-Milano Finanza, arrivano a indicare un target price a 19,5 euro, ovvero il 23,4% i più rispetto ai corsi attuali.

Per gli analisti americani di Kbw, Unicredit può offrire un rendimento sul capitale del 13,3%, incluso il dividendo 2022 che poggia su un payout contenuto, di solo il 35% (un modo per evitare che intervenga la Bce con restrizioni alla remunerazione degli azionisti), "uno dei rendimenti più alti del settore" e mantenere un coefficiente di solidità patrimoniale anche più elevato rispetto a Intesa Sanpaolo. I tedeschi di Berenberg ritengono che "le prospettive su Unicredit rimangano sottovalutate dal mercato. La banca è orientata verso l'aumento dei tassi di interesse, ha notevolmente ridotto i rischi in bilancio e nel frattempo ha costituito coperture importanti riguardo alle perdite sui prestiti".

Inoltre le riserve di capitale sono "tra le più elevate fra le banche della zona euro. Unicredit sta operando con successo su tutti i fronti (compresa la distribuzione del capitale) e ci aspettiamo che continui così", scrivono gli esperti. Goldman Sachs sottolinea il fatto che "una solida posizione patrimoniale e margini di interesse più alti dovrebbero permettere a Unicredit di raggiungere l'obiettivo di rendimento totale sul capitale di 16 miliardi di euro" fra dividendi e buyback. Kepler prevede 4 miliardi di dividendo, pari al 14% della capitalizzazione di mercato del gruppo, ovvero 0,81 euro rispetto al consenso di 3,75 miliardi per 0,77 euro di dps (dividendo per azione) e un indice di solidità patrimoniale, il Cet 1 ratio fully loaded del 15,4% pre-buyback, ovvero il 14,5% pro forma dopo il riacquisto delle proprie azioni. Per Jefferies la banca rappresenta una delle storie sul ritorno di capitale "più interessanti nel settore fra le banche europee: il buyback dovrebbe portare a un rerating sostenuto del titolo". Con un Cet1 ratio Fully Loaded del 15,4%, Unicredit ha un cuscinetto di liquidità del 6,2% rispetto ai requisiti minimi e 9 miliardi di euro di liquidità rispetto all'obiettivo minimo stabilito dai manager del 12,5%.

BofA sottolinea che Unicredit continua a offrire il "rendimento totale -cedola più buyback- più elevato nell'area dell'euro mentre viene scambiato con un rapporto prezzo/utili contenuto, di circa 6 volte". Gli analisti stimano che la banca possa registrare un buffer (cuscinetto) di liquidità di 400 punti base al di sopra del requisito minimo Bce del 9,2% e "restituire comunque il capitale agli azionisti finanziando qualsiasi potenziale occasione in caso M&A". Ubs ha collocato Unicredit al quinto posto nel settore finanziario grazie al suo dividend yield del 6,1%. Insieme a Deutsche Bank sono le "uniche banche dell'Eurozona presenti nell'elenco dei titoli preferiti". Credit Suisse sottolinea la sua preferenza per Unicredit in Italia grazie a Npl più bassi, livelli di copertura più elevati e un "significativo eccesso di capitale, offrendo flessibilità per superare eventuali problemi in arrivo". JP Morgan vede un "significativo potenziale di rivalutazione grazie alla solidità del bilancio e al rendimento sul capitale ancora sottovalutati".

Anche con una svalutazione completa delle esposizioni russe e una riduzione del Cet 1 di 100 punti base, «la distribuzione del capitale rimarrebbe intatta con il Cet1 ancora in linea con l'obiettivo del 12,5-13%», conclude JP Morgan. Per i francesi di Exane, gli attuali rapporti di prezzo/utile attesi al 2023 e 2024 di Unicredit, rispettivamente di 5,4 e 4,6 volte rimangono a nostro "troppo bassi considerando la buona dinamica degli utili, il bilancio piuttosto solido della banca e il potenziale di distribuzione senza pari". Il titolo rimane una delle "nostre scelte migliori tra le banche europee". Unicredit è un titolo da top pick per Mediobanca Securities non solo a Piazza Affari ma nel panorama europeo. Gli analisti di Piazzetta Cuccia ritengono che che l'azione toccherà diversi obiettivi importanti nel 2023. In primo luogo, scrivono i broker della merchant milanese, Unicredit è una delle banche più generose con gli azionisti in Europa ed è in grado di "restituire circa il 20% della capitalizzazione di mercato nel biennio 2022-23 in un un mix fra dividendi pagati in contanti e riacquisti". In secondo luogo, Unicredit mostra "uno dei migliori coefficienti patrimoniali pari a oltre il 15% di Cet1 ratio tra le banche europee, con un possibile rialzo derivante da un'ulteriore ottimizzazione degli asset ponderati per il rischio (le Rwa) attraverso l'uso delle cartolarizzazioni sintetiche".

Il capitale forte può sostenere una redditività elevata o proteggere gli azionisti in caso di profonda recessione in Europa. Inoltre, con circa il 20% delle operazioni effettuate in Germania, la banca italiana guidata dall'amministratore delegato Andrea Orcel può beneficiare "direttamente dell'ombrello protettivo di oltre 200 miliardi di euro messo a disposizione dalla Germania per le imprese e le famiglie nel 2023 e nel 2024". In terzo luogo, aggiungono gli analisti di Mediobanca Securites, il titolo scambia a un multiplo di 0,5 volte sul tangible equity (il patrimonio tangibile) per un ritorno sul capitale (Rote) atteso al 2023-24 rispettivamente del 7% e 9% con uno sconto sul rapporto prezzo/utili a due cifre per il settore finanziario. Con la conseguenza che "il rendimento del capitale e la forza del bilancio sono a fatica riconosciuti dal mercato". In quarto luogo, anche Piazzetta Cuccia cita il capitolo M&A e Unicredit "come acquirente di un altro istituto di credito, un fatto che potrebbe avere senso se il rendimento del capitale (potenziato e distribuito in un periodo di tempo più lungo) venga abbinato con la riduzione dei costi2, concludono gli analisti di Mediobanca Securities.

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3008:39 gen 2023


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