MILANO (MF-DJ)--Unicredit sta ultimando il processo di de-risking dei crediti deteriorati non core previsto dal piano industriale attualmente in vigore e giunto ormai al capolinea.

Nel dettaglio la banca di Piazza Gae Aulenti ha completato oggi la vendita di 2,2 miliardi di euro di creditoria totale di un portafoglio Non-performing (rappresentato da crediti ipotecari e chirografari) alla società Olympia Spv.

Entro fine 2021 l'istituto ha in programma di azzerare l'ammontare di Npl non core: un traguardo che è vicino, ne rimangono circa 1 mld da vendere entro fine anno e piccole operazioni sono già allo studio.

L'obiettivo è partire con il nuovo Piano industriale - che verrà presentato dall'a.d. Andrea Orcel al mercato il 9 dicembre - con un profilo di rischio molto contenuto.

Se i target finanziari del nuovo business plan sono ancora sconosciuti, le linee guida della strategia sono delineate: semplificazione, digitalizzazione, forte attenzione alla voce dei ricavi e una gestione del rischio con approccio prudente. Cui si aggiunge, in base a quanto emerso da indiscrezioni stampa, una razionalizzazione degli accordi assicurativi.

"Fin dall'inizio del mio mandato, la mia ambizione per Unicredit è stata chiara: fornire una crescita redditizia corretta per il rischio con l'obiettivo prioritario di ottenere rendimenti sostenibili al di sopra del costo del capitale durante tutto il ciclo", aveva anticipato Orcel, intervenendo in conference call con gli analisti per illustrare i risultati trimestrali. "Uno dei modi in cui raggiungeremo questo obiettivo è attraverso un'organizzazione più semplice e più potente, pienamente responsabile della dimostrazione di una chiara disciplina sui costi, nonchè una rinnovata attenzione alla crescita dei ricavi netti, ovvero i ricavi meno gli accantonamenti per perdite sui prestiti, e l'efficienza del capitale. Su tutto stiamo facendo buoni progressi e stiamo ottenendo risultati tangibili e forniremo maggiori dettagli al nostro prossimo Strategy Day".

Unicredit ha una solida posizione patrimoniale e una delle priorità del ceo è restituire agli azionisti livelli di capitale interessanti, mantenendo al contempo riserve adeguate in linea con le aspettative di vigilanza.

Secondo il banchiere sviluppare una nuova strategia sulla base di tre leve strategiche, ovvero semplificazione, centralità del cliente e digitalizzazione "aiuterà la banca a sbloccare il valore significativo insito nel business esistente".

Al centro di tutto ciò ci sono i 16 milioni di clienti. Al fine di servirli in modo migliore e più coerente, la banca sta armonizzando i segmenti di clientela nelle principali aree geografiche. Sta anche rivedendo il catalogo globale di prodotti e servizi per garantire un'offerta scalabile.

Sul fronte digitale Orcel ha già nominato un team di leadership che

promuoverà una vera partnership tra regioni e segmenti di business. L'obiettivo è incorporare tecnologia e dati nel tessuto aziendale, rendendolo centrale per ogni decisione e scelta strategica.

Il banchiere prevede l'avvio del buyback da 652 mln nel quarto trimestre; il trimestre ha registrato un buon avvio e la banca è ottimista sul futuro.

Come detto il futuro assicurativo passa da una razionalizzazione delle alleanze, ma nulla di più. "Non credo nelle fusioni tra banche e assicurazioni, il business model e i clienti sono molto differenti, ci possono essere tuttavia solide partnership a lungo termine", aveva spiegato in occasione dei conti trimestrali.

Dopo la fine delle trattative con il Mef per l'acquisto di B.Mps la banca non vede l'M&A come un obiettivo fine a se stesso. "In

un eventuale M&A guarderemo alla creazione di valore per tutti gli

azionisti e nello specifico alla qualità della rete, al rischio contenuto

del deal, alla semplicità di esecuzione", aveva specificato Orcel rispondendo a un analista.

Il banchiere si è detto concentrato sulla crescita organica che in

questo momento sprigiona un valore maggiore anche se non ha mostrato una

chiusura a eventuali operazioni di acquisizione qualora creassero valore.

"L'M&A non è uno scopo in sé, piuttosto può essere un acceleratore e un

potenziale miglioramento del nostro risultato strategico... alle giuste

condizioni che accrescono il valore e dove abbiamo piena fiducia nella

nostra capacità di esecuzione. Questo rimarrà il nostro approccio guida".

Nel terzo trimestre l'utile netto sottostante di Unicredit ha raggiunto 1,1 miliardi di euro, in rialzo dello 0,5 per cento trimestre su trimestre, e 3,1 miliardi nei primi nove mesi, equivalente a un Rote sottostante del 7,9 per cento nei nove mesi del 2021. L'utile netto di gruppo nel periodo si attesta a 1,058 mld in crescita del 55,6% a/a.

La performance commerciale ha spinto i ricavi a 4,4 miliardi nel terzo

trimestre, in crescita dello 0,8 per cento trim/trim e dell'1,9 per cento

a/a, trainati dalle robuste commissioni a/a e dal positivo margine di

interesse trim/trim. I risultati del quarto trimestre e dell'intero 2021 verranno approvati dal Consiglio il 27 gennaio e resi noti il 28 gennaio.

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

MF-DJ NEWS

2915:31 nov 2021

(END) Dow Jones Newswires

November 29, 2021 09:32 ET (14:32 GMT)