VERONA (MF-DJ)--Nel secondo giorno di apertura la "Vinitaly Special Edition" in corso a VeronaFiere registra nuovi segnali incoraggianti, con numeri in crescita per il mercato italiano (il fatturato ha raggiunto un record storico di 12 mld di euro) sia sul fronte interno che su quello dei mercati esteri, sia per i vini "da scaffale" sia per i brand premium.

La ricerca dell'Iri, presentata oggi, mostra una fase di doppio riequilibrio del mercato dei vini nella Distribuzione Moderna perché le vendite a volume nel 2021 si confrontano con la crescita abnorme del 2020, segnato dalla pandemia, mentre le vendite a valore stanno crescendo già da anni recuperando prezzi che erano troppo bassi nella Distribuzione moderma.

Nei primi 9 mesi del 2021 le vendite di vino e bollicine sono aumentate del 2% a volume e del 9,7% a valore: sono stati venduti 12 milioni di litri in più, rispetto allo stesso periodo del 2020, e incassati 200mila euro in più.

Bene anche l'export in base ai numeri diffusi da Sace. I dati dei primi sette mesi del 2021 fotografano infatti una crescita robusta delle esportazioni italiane di vino (+14,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ma anche +10,7% rispetto ai primi sette mesi del 2019) portando il loro valore a 4 miliardi di euro; un incremento soprattutto oltre i confini europei, con gli Stati Uniti primo mercato di destinazione. Ottime performance per lo spumante italiano, in particolare per il Prosecco che nel periodo è cresciuto di oltre il 30%.

Nomisma osserva che con i francesi, con i quali l'Italia si contende da sempre il primato dell'export mondiale, si evince uno dei principali divari da colmare, in particolare nel posizionamento di prezzo che ancora oggi, dopo anni di importanti rivalutazioni (negli ultimi vent'anni, il prezzo medio all'export dei vini fermi italiani è cresciuto di oltre il 50%) presenta ancora un differenziale del 76% a favore dei transalpini.

Nel suo complesso - osserva Coldiretti grazie a un'analisi condotta sui dati Istat - l'avanzare della campagna di vaccinazione anti Covid con la riapertura di tutte le attività di ristorazione proietta il fatturato del vino Made in Italy a livelli record con un valore di quasi 12 miliardi nel 2021 superando anche i risultati del periodo pre Covid.

La manifestazione - che vede la partecipazione di 400 aziende e operatori provenienti da 35 Paesi ed è la prima in presenza dopo il lockdown - ha incassato ieri la benedizione del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli che l'ha definita "un'edizione davvero speciale: un momento di orgoglio per il nostro Paese, perché ci riapre al confronto fisico con gli operatori del settore in un momento in cui l'Italia riparte, c'è un grande rimbalzo economico e dobbiamo sfruttare le risorse a disposizione del Governo affinché il rimbalzo diventi una crescita strutturale".

"Vinitaly si conferma una grande piattaforma di supporto del business sui mercati nazionale e internazionale a supporto alle aziende, ma anche della comunicazione e per la conoscenza dei paesi di destinazione - ha specificato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. In questi mesi il percorso che ha portato a Vinitaly Special Edition e che ci porterà a Vinitaly 2022 conferma la grande attenzione delle aziende a far sì che Vinitaly e Verona rimangano centrali come strumento della loro attività sui mercati".

E sul versante internazionalizzazione, "tra le novità finalizzate a sostenere i produttori sui mercati extra-Ue - ha dichiarato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo - per i vini a Dop e Igp vi sarà la possibilità di svolgere attività promozionali per altri tre anni, oltre agli attuali cinque già previsti. Tutto questo con risorse finanziarie che fino al 2027 ammonteranno a circa 1,1 miliardi di euro l'anno, di cui quasi 324 milioni riservati all'Italia, primo Paese beneficiario davanti a Francia e Spagna".

Anche il mondo finanziario e bancario guarda con sempre più attenzione al mondo del vino, nell'intento di analizzarlo e supportarlo, come dimostra la presenza di Unicredit alla manifestazione. : "Quello vitivinicolo è uno dei comparti che sta trainando la ripresa del Made in Italy sui mercati mondiali, grazie ad un riposizionamento in linea con le caratteristiche della domanda estera e all'eccellente qualità dei prodotti", ha affermato ieri il presidente Pier Carlo Padoan. "Unicredit intende proporsi come partner di riferimento per gli operatori del settore con azioni concrete, come l'ormai consolidata partnership con il Vinitaly e la collaborazione con Nomisma per analizzare ancora più nel dettaglio il mondo del vino italiano. In particolare l'approccio adottato ci ha permesso di valorizzare il concetto di filiera in quanto strada obbligata per accrescere il grado di competitività e di tradurre il tutto in nuove opportunità di business, come testimoniato dal programma 'Basket Bond di filiera', che ha portato Unicredit nei mesi scorsi a sottoscrivere come prima tranche di un piano da 200 milioni di euro obbligazioni emesse da imprese del settore vitivinicolo".

Passeggiando tra gli stand emerge qualche chicca come il nuovo lancio dell'annata 2010 del progetto di alta gamma De Buris (Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva) dell'azienda Tommasi. Tante le novità biologiche che si destreggiano tra gusto, sostenibilità e ambiente, mentre il digitale diventa la nuova frontiera anche per le aziende famigliari e i corsi di formazione si moltiplicano. Sempre in fiera numerose le master class (dalle bollicine al saké), mentre la fiera si conferma una vetrina anche per l'olio e per le grappe Nonino.

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

MF-DJ NEWS

1818:18 ott 2021

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October 18, 2021 12:20 ET (16:20 GMT)