Vicat si avvicina a un'importante zona di resistenza la cui rottura, che prevediamo data la configurazione del titolo, potrà considerarsi come un segnale di acquisto.
Riassunto
● La società gode di fondamenta solide. Oltre il 70% delle aziende presenta dati peggiori in termini di crescita, redditività, indebitamento e visibilità.
● L'azienda presenta un'interessante situazione di base in vista di un investimento a breve termine.
Punti forti
● Con un rapporto prezzo/utili a 11.11 per l'esercizio in corso e 10.12 per l'esercizio 2022, i livelli di valutazione del titolo sono molto bassi in termini di multipli di guadagno.
● La società gode di livelli di valutazione interessanti con un EV/Sales ratio relativamente basso rispetto ad altre società del settore.
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● Le previsioni di fatturato della società sono state recentemente riviste al rialzo sulla base delle previsioni degli analisti che si sono occupati del caso.
● Nell'ultimo anno, gli analisti che si occupano del caso hanno rivisto nettamente al rialzo le previsioni di utili per azione.
● La maggior parte degli analisti che si occupano del caso raccomandano Buy o Overweight sul titolo.
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Punti deboli
● Le previsioni sull'evoluzione del fatturato suggeriscono una crescita mediocre nel corso dei prossimi anni.
Vicat è specializzata nella produzione e commercializzazione di cemento, granulati per calcestruzzo pronti all'uso. Le vendite nette per famiglia di prodotti si suddividono come segue: - cemento (54,7%): 28,8 Mt venduti nel 2023; - calcestruzzo e aggregati pronti all'uso (37,3%): 10 milioni di m3 di calcestruzzo pronto all'uso e 24,3 Mt di aggregati venduti. Le restanti vendite nette (8%) derivano dal trasporto di materiali e merci in grandi cantieri, dai prodotti prefabbricati in calcestruzzo e dalla fabbricazione di prodotti edili (colle, rivestimenti, ecc.) e carta. Alla fine del 2023, il Gruppo possiede 273 impianti di calcestruzzo, 71 cave di granulato, 16 cementifici e 5 centri di frantumazione in tutto il mondo. Le vendite nette sono distribuite geograficamente come segue: Francia (30,8%), Europa (10,3%), Americhe (24,9%), Asia (12,5%), Mediterraneo (11,8%) e Africa (9,7%).