MILANO (MF-DJ)--Nel giro di soli due anni e mezzo, la gallina dalle uova d'oro Universal Music ha prodotto qualcosa come 9,5 miliardi di cash per l'azionista Vivendi. Dapprima il doppio accordo con il colosso cinese Tencent (affiancato dai fondi del Qatar) per la vendita del 20% del numero uno mondiale del business musicale: operazioni che hanno fruttato sei miliardi alla capogruppo transalpina.
Ora, scrive MF, si aggiungono altri 3,5 miliardi da Pershing Square Tontine Holdings, la spac del finanziere Usa Bill Ackman, che si è garantita un ulteriore 10% di Universal Music valutando l'azienda 35 miliardi, ossia più dell'intera capitalizzazione di borsa di Vivendi (34,27 miliardi). Un vero affare, insomma, per Vincent Bolloré, primo socio della società transalpina che a settembre quoterà sulla borsa di Amsterdam la stessa Umg dopo uno spin-off.
Analisti, investitori e risparmiatori si chiedono come Vivendi potrebbe sfruttare questi 9,5 miliardi di liquidità, tenuto conto che a fine 2020 l'azienda aveva 4,9 miliardi di debiti. Cedole straordinarie possono essere all'ordine del giorno, così come un parziale taglio del debito. Ma Bolloré, va detto, da tempo ha deciso di crescere e diversificare anche geograficamente il portafoglio, magari entrando nel capitale di altri gruppi come successo in Italia con Tim e Mediaset. Se con il network tv dei Berlusconi si è arrivati all'accordo tombale che prevede il progressivo disimpegno dilazionato in cinque anni, nell'azienda tlc al momento si è adottata una posizione attendista a favore del (riconfermato) cda e del patto di non belligeranza con Cdp. Ci sono però altre opzioni sul tavolo del finanziere bretone. Il 30 giugno è in calendario l'assemblea per la conversione in spa di Lagardère, società che dall'1 luglio diventerà scalabile. Vivendi, quindi, parte da una posizione privilegiata per studiare eventuali operazioni straordinarie: ha il 29,2% e ne è saldamente primo socio, alleato con il fondo Amber (19,4%). Non è un segreto che Bolloré punti all'asset pregiato Hachette Livre da aggregare a Editis per dare vita al colosso mondiale del settore libri. Dovrà però vedersela con Arnaud Lagardère (7,26%) e soprattutto con Bernard Arnault (7,75%), entrato in scena a fianco della famiglia Lagardère e interessato al business del travel.
Vivendi SE è composta da diverse aziende leader nella produzione di contenuti, nella comunicazione e nei media: - Groupe Canal +: operatore leader nella televisione a pagamento in Francia, Benelux, Polonia, Europa centrale, Africa e Asia; - Lagardère: gruppo editoriale, media e travel retail; - Studiocanal: leader europeo nella produzione, acquisizione, distribuzione e vendita internazionale di film e serie TV; - Havas: gruppo di comunicazione leader a livello mondiale, organizzato in tre unità operative che coprono tutte le attività del settore (creatività, competenza mediatica e salute/benessere); - Prisma Media: leader di mercato nell'editoria francese di riviste, video online e audience digitale quotidiana; - Editis (attività in dismissione): secondo gruppo editoriale francese e leader in diversi settori, tra cui letteratura generale, giovani, pratica, illustrati, fumetti, istruzione e referenze; - Gameloft: leader mondiale nei videogiochi per cellulari; - Vivendi Village: comprende la società di biglietteria internazionale See Tickets, il promotore e proprietario di festival Olympia Production (Francia), il proprietario di festival U Live (Regno Unito), le sale da concerto Olympia e Théâtre de l'Oeuvre con sede a Parigi, i cinema e i luoghi di intrattenimento CanalOlympia (Africa), e l'agenzia e consulenza di sviluppo IP The Copyrights Group (agenzia e consulenza di sviluppo IP); - Dailymotion: una delle maggiori piattaforme al mondo per l'aggregazione e la distribuzione di contenuti video (oltre 350 milioni di utenti unici al mese); - Group Vivendi Africa (GVA): un operatore FTTH (Fiber to the home) attivo nell'Africa subsahariana.