MILANO (MF-DJ)--Nessuno lo dice, nessuno può dirlo, ma al tavolo per la costituzione della rete unica stanno già tutti valutando un piano di riserva qualora l'accordo sulle valutazioni diventasse troppo complesso da raggiungere.

Niente di ufficiale, ancora nessuna simulazione, scrive MF, ma dopo la firma del memorandum of understandig tra Cdp, Tim, Kkr, Macquarie e Open Fiber adesso arriva la parte più difficile. Trasformare un impegno in un progetto concreto non sarà una passeggiata e se il buongiorno si vede dal mattino la contrattazione non sarà facile.

L'intervista a Repubblica di Arnaud De Puyfontaine in questo senso non ha aiutato a rasserenare gli animi, ma ha indicato quei valori già riportati da MF-Milano Finanza, distanti dalle cifre che circolano tra analisti, ma molto vicini ai desideri dei francesi. La sensazione è che Vivendi, con l'operazione rete, voglia rientrare il più possibile dell'investimento fatto in Tim, che al momento, bilanci alla mano, ha comportato una svalutazione costante della quota posseduta, con un valore di carico arrivato a 0,657 euro per azione. A fine 2016, quando il gruppo che fa capo al finanziere Vincent Bollorè è entrato nel capitale di Telecom Italia, il 24% del gruppo tlc valeva in bilancio 4,13 miliardi, mentre oggi, con il titolo a 0,29 euro, varrebbe potenzialmente 1 miliardo. Da qui, la posizione negoziale sul caso rete unica che si potrebbe riassumere con un "siamo aperti al progetto, ma solo a certe condizioni economiche".

red/lab

MF-DJ NEWS

0308:13 giu 2022


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June 03, 2022 02:14 ET (06:14 GMT)