ROMA (MF-DJ)--I mesi estivi non sono riusciti ad avvicinare le posizioni tra Tim, Open Fiber e i rispettivi azionisti per andare avanti sull'accordo preliminare firmato a fine giugno che prevedeva si arrivasse a un matrimonio già il prossimo ottobre. Anzi, alcuni accadimenti hanno fatto precipitare le cose e ora la strada è in salita.

Lo scrive Repubblica spiegando che, durante l'ultimo cda di Tim, il consigliere e presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini ha sollevato dubbi sulle modalità con cui la società è giunta a una valutazione della propria rete che dovrebbe essere comprata da Cdp e Macquarie. Innanzitutto perché tale valutazione è stata affidata dall'ad Pietro Labriola a Rothschild, consulente storico del primo azionista Vivendi (24%). Visto il conflitto, difficile pensare che Rothschild possa fornire una valutazione "terza", che sia punto di riferimento per una trattativa.

Nel suo intervento, Gorno Tempini non è entrato nel merito della valutazione, 31 miliardi, una cifra che peraltro ha fatto stropicciare gli occhi a molti osservatori visto che fino a quel momento gli analisti parlavano di 18-20 miliardi. Ma ha fatto notare che seguendo questo percorso non si agevolano certo le trattative per arrivare a un accordo, in un momento delicato per la società, con il titolo ai minimi termini.

Inoltre, il risultato del lavoro di valutazione è stato sbandierato sui giornali, altro fatto che non ha favorito l'avvicinamento delle parti. Chi opera in questo modo non fa l'interesse della società, avrebbe detto Gorno. Tuttavia nel corso del cda nessuno dei presenti ha replicato in alcun modo alle parole del consigliere. Salvo farsi sentire poco dopo, attraverso una lettera inviata da Vivendi alla società, e quindi a tutti i consiglieri Tim, nella quale i francesi hanno sostenuto che il conflitto di interessi non era di Rothschild ma semmai dello stesso Gorno che, essendo presidente di Cdp, la quale è azionista di sia di Tim (10%) sia di Open Fiber (60%), è seduto da due parti del tavolo. Anche se Gorno, per la precisione, non è entrato nel cda Tim come rappresentante di Cdp ma è stato invitato a far parte della lista dal cda uscente all'inizio del 2021.

Insomma non sembra proprio che i rapporti tra le parti siano tali da poter arrivare in tempi brevi a un accordo di ampio respiro e di svolta per la società. Anche perché c'è un altro risvolto di non poco conto che fatica a essere rimosso: il perimento dell'infrastruttura che si vuol vendere. Nell'accordo preliminare di fine giugno non è definito con precisione, ma è evidente che Cdp si è sempre aspettata di acquistare anche il backbone della rete primaria.

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0709:11 set 2022


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September 07, 2022 03:12 ET (07:12 GMT)