ROMA (MF-DJ)--All'orizzonte c'è chi già vede uno scontro legale di quelli tra titani. L'oggetto del contendere è la cessione di Netco, ossia la società che raggruppa gli asset infrastrutturali di Tim. Vivendi, azionista di maggioranza relativa con il 24% della società, ha scritto al cda della società telefonica spiegando di non ritenere necessaria la vendita dell'asset, soprattutto alla luce della situazione finanziaria in miglioramento del gruppo.

Quindi, se cessione deve essere, questa avrebbe senso solo ad una corretta valutazione dell'infrastruttura tlc, che come è noto i francesi stimano in circa 31 miliardi. In ogni caso, e questo è il punto che potrebbe dare origine a un duro confronto, un'eventuale operazione su Netco dovrebbe essere approvata dall'assemblea straordinaria, non da una ordinaria.

Non si tratta di un passaggio banale perché, scrive MF-Milano Finanza, per l'approvazione di un punto dell'ordine del giorno di un'assemblea ordinaria basta la maggioranza semplice dei soci presenti, mentre in un'assemblea straordinaria servirebbe il voto favorevole dei 2/3 degli azionisti presenti. Tradotto, e calcolando che nelle ultime assemblee di Tim era presente circa il 57% del capitale, in caso di assemblea straordinaria il 24% di Vivendi consentirebbe di bloccare qualsiasi decisione. Da qui il possibile scontro legale in arrivo, per valutare (in caso di cessione di Netco) quale tipo di assemblea dovrà ratificare la decisione.

Alcuni osservatori hanno interpretato la lettera come una mossa preventiva, visto che il board di Tim non ha ancora preso alcuna decisione in merito alle offerte sul tavolo di Kkr e Cdp-Macquarie. Anzi, è ancora in corso una interlocuzione tra società e offerenti per aggiungere dettagli e informazioni che permettano una corretta valutazione di Netco. Il board di Tim si dovrebbe riunire il prossimo 18 aprile, che sarà anche l'ultimo giorno utile per inviare eventuali rilanci. Il 20 aprile invece è convocata un'assemblea, ma in sede ordinaria, e quindi secondo Vivendi, anche ammesso che il cda Tim approvi un progetto di cessione, non dovrebbe essere quella la riunione in cui i soci potranno dare via libera alla cessione.

La lettera dei francesi è stata inviata al cda nel giorno in cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, riferendosi alle offerte non vincolanti di Kkr e Cdp-Macquaire per la rete di Tim, ha spiegato "dando il suo punto di vista" di "preferire sempre un piano industriale" rispetto a "un mero piano finanziario che venga a incassare nel breve termine". In Italia, ha aggiunto il ministro, "abbiamo bisogno di qualcuno che nel medio-lungo termine investa sulle infrastrutture e sulla rete del paese".

Dichiarazioni generiche, ma che qualcuno ha interpretato come una sorta di endorsement a Cdp, che in quanto azionista di Open Fiber, l'altra grande società infrastrutturale del Paese, porterebbe avanti una strada appunto più industriale e più legata agli investimenti di lungo termine sulla fibra ottica. In ogni caso in serata il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito che su Tim, "deciderà l'assemblea, non lo Stato". Il punto forse sarà capire quale assemblea.

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3008:20 mar 2023


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