ROMA (MF-DJ)--Tutti o quasi intorno a un tavolo per discutere di quella che ormai non si chiama più rete unica ma rete nazionale. La definizione è chiaramente una sfumatura, ma l'obiettivo è chiaro, riunire sotto il controllo dello stato le due principali reti tlc italiane, quella di Tim (che comprende anche quella internazionale di Sparkle) e quella tutta in fibra di Open Fiber.

Alla riunione erano presenti tra gli altri il capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio, Gaetano Caputi, il capo di gabinetto del ministero delle Imprese e del made in Italy, Federico Eichberg, il capo del Dipartimento per la trasformazione digitale (che fa capo ad Alessio Butti) ossia Angelo Borrelli, l'amministratore delegato di Cdp Equity Francesco Mele e Arnaud De Puyfontaine, ceo di Vivendi, che è azionista di maggioranza relativa di Tim con il 24%. Qualcuno ha definito l'incontro interlocutorio e di sicuro nei prossimi giorni, scrive MF-Milano Finanza, saranno avviati tavoli tecnici per approfondire molti dettagli legati a quale soluzione intraprendere per arrivare a questa rete nazionale. Altri però hanno sottolineato in maniera positiva il fatto che per la prima volta dopo tanto tempo si sia fatto il punto della situazione e siano stati chiariti quantomeno gli obiettivi di tutti i soggetti in campo. Vivendi ad esempio ha riscontrato grande disponibilità da parte del governo (atteggiamento non sempre rilevato in passato), che avrebbe apprezzato il ruolo di investitore di lungo termine dei francesi.

In generale, nessuna preclusione da parte di nessuno alla costituzione di un'unica rete "wholesale only" con alcune questioni che però restano in sospeso, dal parere dell'Unione Europea e dell'Antitrust sulle modalità dell'operazione alla grande attenzione per i livelli occupazionali di Tim, vero tema che preoccupa tutti, soprattutto il governo e il ministro dello Sviluppo Adolfo Urso.

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1608:20 dic 2022


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December 16, 2022 02:21 ET (07:21 GMT)